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La complainte de Louis-Marie Jossic

Tri Yann
Lingua: Francese


Tri Yann

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[2003]
Musica di Patrick Ewen
dall'album "Marines"

Ultimo grande vascello di linea in legno, varato nel 1855, il trialbero "La Bretagne" fu presto superato dagli sviluppi della guerra moderna e la sua missione più memorabile fu quella di accogliere a bordo, nel 1858, Napoleone III, l'imperatrice Eugenia e la Regina Vittoria in visita ufficiale. A partire dal 1865, la nave fu messa alla fonda nella rada di Brest e divenne la nave-scuola della marina militare francese.
Le giornate a bordo erano terribili per le reclute. E' senz'altro a bordo del "Bretagne" che fu composta, da uno dei suoi "ospiti", la famosa "Triste vie du matelot", severamente proibita dalla marina francese esattamente come, nell'esercito, un secolo dopo fu vietato il canto del Déserteur di Boris Vian.
Louis-Marie Jossic, nato a Lavau-sur-Loire nel 1859, fece il suo apprendistato di marinaio a bordo del "Bretagne" nel 1880 e 1881. Datosi volontario per cinque anni, al loro scadere era talmente schifato di quel che aveva fatto e visto, che preferì tornare al suo paese dove fece per tutta la vita lo scalpellino.
L'aria della canzone è del musicista Patrick Ewen, che l'aveva composta per una "complainte" bretone intitolata "Kimiad ar martelod yaouank" (Lamento del giovane marinaio).

Riccardo Venturi
(traduzione e adattamento dall'introduzione alla canzone contenuta nel libretto dell'album)
Comme un goéland seul dans la tempête,
mon cœur va contre le vent.
N'oun pe drouk enni zo skoet
pa'm eus taolet troad amañ.
Le savais-tu, pauvre Louis-Marie,
en t'engageant pour cinq ans?
C'est pour noyer malheurs et soucis
qu'un marin chante son chant.
Hé-hé-oh...

Jeune apprenti à hisser la misaine,
je n'ai que peine et peine encore.
Ma daeroù takenn a takenn
a gouezh goustadik er mor.
A Brest à bord de la "Bretagne",
qu'on dit être un bagne flottant,
il n'est que coups, maladie et drame
et mépris du commandant.
Hé-hé-oh...

Dites à mes sœurs, dites à mes deux frères:
toujours mon cœur reste à Lavau;
ne dites rien à mon père, ma mère,
sur le sort des matelots.
Hé-hé-oh...

inviata da Riccardo Venturi - 19/11/2004 - 23:09



Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi (2004)
IL LAMENTO DI LOUIS-MARIE JOSSIC

Come un gabbiano solo nella tempesta,
il mio cuore va controvento.
Non so quale male l'abbia colpito
quando ho messo il piede qui.
Lo sapevi, povero Louis-Marie
quando ti sei arruolato per cinque anni?
Ed è per annegare pene e preoccupazioni
che un marinaio canta il suo canto.
He-he-oh...

Giovane recluta a issar la mezzana
non ho che pena, e pena ancora.
Le mie lacrime, goccia a goccia
cadono lentamente nel mare.
A Brest, a bordo del "Bretagne"
che dicono sia una galera galleggiante,
non ci sono che botte, malattie e drammi,
e disprezzo da parte del comandante.
He-he-oh...

Dite alle mie sorelle, dite ai miei due fratelli:
sempre il mio cuore resta a Lavau;
ma non dite niente a mio padre e a mia madre
sulla sorte dei marinai.
He-he-oh...

20/11/2004 - 12:12




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