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Pelot d'Hennebont

Tri Yann
Langue: français


Tri Yann

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Tri Yann, Pelot d'Hennebont.


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[Trad. XVII-XVIII secolo; rielaborazione di Bernard Baudriller]
Dall'album "Suite Gallaise" [1974]

suitegallaise

La canzone è originaria di Betton, paese a nord di Rennes (nel dipartimento dell'Ille-et-Vilaine [35]). L'antica città di Hennebont (in bretone: Henbont, da Hen Pont "Ponte Vecchio", oppure forse da Hent [er] Pont "Strada del ponte") si trova però in Bassa Bretagna (di lingua bretone), nel dipartimento del Morbihan.

"C'est l'histoire du petit soldat breton Pelot, qui écrit à sa mère une lettre pleine d'amour, d'orgueil, d'expressions en patois et de fautes d'ortographe...en effet, le français n'était peut-être pas sa langue maternelle. Une chanson vraiment émouvante."

E' la storia del soldatino bretone Pelot, che scrive alla madre una lettera piena d'amore, di orgogli, di espressioni in dialetto e di errori di ortografia...ma, in effetti, il francese non era forse la sua lingua materna. Una canzone davvero commovente. [RV, dal newsgroup it.cultura.linguistica.francese]

La menzione che vi si fa del Roi Louis sembra porre l'origine della canzone tra il XVII e il XVIII secolo. Ma si legge in questa pagina:

Cette chanson tirée du traditionnel breton a vu ses paroles écrites par Bernard Baudriller à qui l'on doit également d'autres textes de chants tels "les filles des forges" ou encore la célébrissime "Jument de Michao"... Chacun des couplets comportent 4 vers qui se chantent deux par deux et toujours en reprise.
Ma chère maman je vous écris
Que nous sommes entrés dans Paris
Ma chère maman je vous écris
Que nous sommes entrés dans Paris

Que je sommes nommé caporal
Et qu'j'serions bientôt général
Que je sommes nommé caporal
Et qu'j'serions bientôt général


A la bataille je combattions,
Les ennemis de la nation
A la bataille je combattions
les ennemis de la nation

Et tous ceux qui se présentions,
A grands coups d'sabre j'les emmondions
Et tous ceux qui se présentions
A grands coups d'sabre j'les emmondions


Le roi Louis m'a z'appelé,
C'est "sans quartier" qu'il m'a nommé
Le rois Louis m'a z'appelé,
c'est "sans quartier" qu'il m'a nommé

"Sire, 'sans quartier' c'est point mon nom
J'lui dis, J'm'appelle Pelot d'Hennebont."
"Sire, 'sans quartier' c'est point mon nom
J'lui dis, J'm'appelle Pelot d'Hennebont."


Il a tiri z'un biau ruban
Et je n'sais quoi au bout d'argent
Il a tiri z'un biau ruban
et je n'sais quoi au bout d'argent

Il m'dit, Boute ça à ton habit
Et combats toujours l'ennemi
Il m'dit, Boute ça à ton habit
et combats toujours l'ennemi.


Faut qu'ça soit quequ'chose de précieux
Pour que tous i m'appelle monsieur
Faut qu'ça soit quequ'chose de précieux
pour que tous i m'appelle monsieur

Et bout'lou main à lou chapiau
Quand i veulent conter au Pelot
Et bout'lou main à lou chapiau
quand i veulent conter au Pelot.


Ma mère si j'meurs en combattant
J'vous enverrai mon biau ruban
Ma mère si j'meurs en combattant
j'vous enverrai mon biau ruban

Et vous l'bouterez à vot'fusiau
En souvenir du gâs Pelot
Et vous l'bouterez à vot'fusiau
en souvenir du gâs Pelot


Je n'vous dis rien pour les voisins
Vous i diriez qu'j'me porte bien
Je n'vous dis rien pour les voisins
Vous i diriez qu'j'me porte bien

Je suis votre humble serviteur
Pelot qui vous embrasse de cœur
Je suis votre humble serviteur
Pelot qui vous embrasse de cœur.

envoyé par Riccardo Venturi - 19/11/2004 - 15:29




Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi, effettuata a più riprese tra il 2002 e il 2004:
Nella traduzione si cerca di riprodurre gli errori e i dialettismi dell'originale.
PELOT DI HENNEBONT

Mia cara mamma, vi scrivo
Che siamo entrati a Parigi,
Che so' di gia' caporale
E fra un po' so' generale

Alla battaglia si combatteva
I nemici della Nazione
E tutti quelli che se presentava
A sciabolate li si potava!

Il Re Luigi m'à chiamato
E m'à chiamato "Senza quartiere"
Ma io nun me chiamo "Senza quartiere",
Gli ho detto, Me chiamo Pelot di Hennebont.

A' tirato fora un bel nastro
E nun so cosa colla punta d'argento
E m'ha detto: Mèttetelo alla divisa
E combatti sempre il nemico

Devo essere qualcosa de prezioso
Se tutti me dìceno "Signore",
E se portano la mano al cappello
Se vònno parlà a Pelot

Mamma, se moro combattendo
Ve manderò questo nastro,
Mettetelo sul vostro rocchetto
In ricordo di Pelot, il vostro ragazzo

Dite a mi' padre, a mi' cugino
E a li mi' amici che stò bene,
Che sono loro umile servitore,
Pelot che vi abbraccia di core.

19/11/2004 - 15:38




Langue: français

All'inizio però la canzone proveniente dalla Haute-Bretagne, si chiamava "La lettre de Pelot de Betton " (vedi "l'anthologie de la chanson française" di Marc Robine) e le parole erano tradizionali, mentre la musica fu composta da Simone Morand nel 1930. I Tri Yann hanno accellerato il ritmo e l'hanno riveduta anche nel testo. Questo era comunque quello originale:
LA LETTRE DE PELOT DE BETTON

Papa, maman, je vous écris,
que je suis arrivé dans Paris,
Que déjà, je suis caporal,
que, bientôt, je serai général.

Dans la campagne je combattions
les ennemis de la Nation.
Tous ceux qui devant moi s'présentions,
avec mon sabre je l'z'èmondions!

Passait par là mon général
qui dit: "V'la un brave caporal!"
Comme il voulait savoir mon nom,
je lui ai dit: "J'm'appelle Pelot d'Betton."

Il tire de sa poche un beau ruban
ou je n'sais quoi au bout d'argent,
Et dit: "Boute-ca à ton habit
et combats toujours l'ennemi!"

Faut qu'ca soit un signe bien glorieux,
car tous les autres m'appellent: "Monsieur",
Et mettent la main à leurs chapeaux
pour saluer le gars Pelot.

Maman, si je meurs en combattant,
je t'enverrai ce bout de ruban;
Tu le bouteras à ton fuseau
en souvenir du gars Pelot.

Dites à mes frères, à mes cousins,
a mes amis que je vais bien,
Que je suis votre humble serviteur;
votre fils qui vous embrasse de coeur.

envoyé par Flavio Poltronieri - 13/6/2017 - 20:16


Canzoni contro la guerra ?
Pelot d'Hennebont è una delle canzoni preferite di scuole militari.

adnstep - 17/7/2011 - 14:20


Risposta molto tardiva: e chi se ne frega se la cantano nelle scuole militari. In certe "scuole militari" c'è il caso che ora si canti anche Imagine. Saluti.

Riccardo Venturi - 3/1/2016 - 01:07


Ammettete almeno che l'attribuzione pacifista è labilissima ( come per tante altre canzoni contenute qui) . Imagine sarà pure cantata in alcune scuole militari ( sarei curioso di scoprire in quali ) ma rimane il fatto che il testo è un lampante inno alla fratellanza e al superamento dei confini in quanto tali mentre qui si tratta di un richiamo alla storia dei rapporti tra bretoni e stato francese ( che di confini ci campano)

Bonnot J. - 17/1/2016 - 17:11


La tua osservazione, senza che questo costituisca certamente un rimprovero, significa che forse non conosci questo sito, o lo hai conosciuto da (abbastanza) poco. Questo non è un sito esclusivamente "pacifista", ma un sito che affronta in senso parecchio lato tutte le tematiche inerenti alla guerra, anzi ai vari tipi di guerra che è possibile cogliere e immaginare (lavoro, emigrazione, ambiente, qualsiasi cosa). E' pur vero che la tua è un'osservazione che ci è stata rivolta abbastanza spesso, e naturalmente lasciamo a chiunque interpretare la presenza di alcune canzoni come più gli aggrada, secondo la sua sensibilità. Se, ad esempio, stai per caso seguendo tutto il rifacimento della "Sezione Bretone" attualmente in corso (e all'interno della quale questo brano si iscrive, pur non essendo in lingua bretone), ti sarai accorto come moltissime canzoni di quell'area siano "canti di coscritti" e roba del genere; credo che anche il "Pelot" sia da inserire in questo contesto, o comunque, come nel tempo (e qui la tua osservazione ha fondamento) si siano sviluppati i rapporti tra i bretoni e lo stato francese. Ad ogni modo, crediamo che limitarsi alle canzoni in cui si preconizzano "fratellanza e superamento dei confini" sia parecchio riduttivo, pur essendocene comunque a centinaia se non a migliaia qua dentro. Non abbiamo da "ammettere" nulla, perché si tratta di un aspetto del sito che è sempre stato espresso a chiare lettere e ben spesso, ed anche non in risposta a osservazioni. Se poi posso esprimere un parere del tutto personale, nell'affrontare tematiche inerenti alla guerra e alle guerre preferisco di gran lunga i canti di coscritti o il soldato Pelot di Hennebont agli "inni pacifisti e di fratellanza" prodotti dallo star system; ma questo, ripeto, è un parere del tutto personale e come tale deve essere preso. A prescindere dall'uso o dagli usi che vengano fatti poi delle varie canzoni, nelle grandi manifestazioni pacifiste o nelle scuole militari. Naturalmente non è un argomento che può esaurirsi in due parole: ha a che fare con delle scelte. Saluti.

Riccardo Venturi - 17/1/2016 - 19:28


Caro Riccardo, della canzone, all'inizio degli anni duemila, ho conosciuto una versione gallo un po' differente, intitolata "Pelo d'Betton".

Flavio Poltronieri - 29/12/2017 - 17:32


Concordo con gli interventi di Riccardo Venturi e vorrei aggiungere che una delle più famose canzoni considerate contro la guerra, "La guerra di Piero" di De André, parla di un soldato (chissà se la cantano nelle caserme insieme a "La Ballata dell'eroe"!?), così come parlano di soldati "When Johnny Comes Marching Home" o "Johnny I Hardly Knew Ye". Forse perchè proprio attraverso la voce di chi la guerra l'ha fatta si può riflettere sulla stupidità e la mostruosità della guerra?

Massimo - 24/6/2022 - 19:44




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