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Campanades a morts

Lluís Llach
Langue: catalan


Lluís Llach

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[1976]
Testo e musica di Lluís Llach
dall'album Campanades a Morts del 1977 in cui occupava tutto il lato A dell'LP


Vitoria/Gazteiz, Paesi Baschi, 3 marzo 1976. Lo sciopero generale.
Vitoria/Gazteiz, Paesi Baschi, 3 marzo 1976. Lo sciopero generale.


cam È il 3 marzo 1976 a Vitoria (Gasteiz), nei Paesi Baschi. Siamo nel periodo immediatamente successivo alla morte di Francisco Franco, il cosiddetto "periodo di transizione" durante il quale al Ministero dell'Interno spagnolo, quindi a guida delle forze di polizia e di repressione, si trova ancora un fascista, Manuel Fraga Iribarne, leader di "Alianza Popular" (il partito di destra sotto il quale si era riciclata la vecchia Falange). Manuel Fraga Iribarne, nato nel 1922, è vissuto fino a 89 anni; negli ultimi anni è stato (come dubitarne?) un "moderato centrista" e ha dispensato le sue moderatissime saggezze. E' stato "eurodeputato" e senatore. Da fascista, era stato tra gli assassini di Julián Grimau.

Da gennaio era iniziata nei Paesi Baschi un'ondata di scioperi; il 3 marzo, mercoledì delle Ceneri, era stato convocato uno sciopero generale cui avevano aderito la totalità delle fabbriche, delle scuole, degli esercizi commerciali, degli studi professionali. La città, principale centro industriale dei Paesi Baschi, era paralizzata sin dalle prime ore del mattino. I Paesi Baschi sono di tradizione cattolica; l'assemblea generale degli scioperanti viene convocata in una chiesa. All'assemblea sono presenti 5000 persone soltanto dentro la chiesa; altre migliaia di persone non sono riuscite ad entrare.

È la chiesa di San Francesco d'Assisi, nel quartiere popolare di Zaramaga. Alle 5 del pomeriggio (vengono quasi a mente "las cinco de la tarde" del LLanto por Ignacio Sánchez Mejías di García Lorca), all'uscita degli scioperanti in assemblea, iniziano gli scontri con la polizia, che inizia prima a lanciare candelotti lacrimogeni dentro la chiesa; la gente esce, e viene mitragliata dalle "forze dell'ordine".

Muoiono sul colpo Pedro María Martínez Ocio, di 27 anni, operaio, e Francisco Aznar, 17 anni, apprendista. Romualdo Barroso, di 19 anni, viene colpito da una raffica di mitra mentre cerca di scappare da una finestra della chiesa, e muore in ospedale alle 23. Bienvenido Perea, 30 anni, operaio, viene ferito gravemente e morirà alcuni mesi dopo, il 5 maggio 1976; José García Castillo, 32 anni, barista, viene colpito dalla polizia mentre cerca di portar via la propria automobile da una barricata e muore pochi giorni dopo, il 7 marzo.

Il lunedì dopo, 8 marzo 1976, un operaio diciottenne, Vicente Antón Ferrero, viene ucciso dalla Guardia Civil a Basaurri (Vizcaya), durante lo sciopero generale indetto per protestare contro la strage di Vitoria/Gazteiz.

Lo sciopero del 3 marzo era il terzo sciopero generale che era stato indetto durante l'ondata iniziata i primi di gennaio del 1976, ondata la cui origine erano delle rivendicazioni salariali. Ovviamente tutto fu riportato al "terrorismo" e all'ETA; ma si trattava di un episodio di lotta di classe.

La stessa notte del 3 marzo 1976, il cantautore e compositore catalano Lluís Llach scrisse, sui fatti di Vitoria/Gazteiz, una delle sue massime opere: "Campanades a morts" ("Scampanate a morto"). [Riccardo Venturi]
I

Campanades a morts
fan un crit per la guerra
dels tres fills que han perdut
les tres campanes negres.

I el poble es recull
quan el lament s'acosta,
ja són tres penes més
que hem de dur a la memòria.

Campanades a morts
per les tres boques closes,
ai d'aquell trobador
que oblidés les tres notes!

Qui ha tallat tot l'alè
d'aquests cossos tan joves,
sense cap més tresor
que la raó dels que ploren?

Assassins de raons, de vides,
que mai no tingueu repòs en cap dels vostres dies
i que en la mort us persegueixin les nostres memòries.

Campanades a morts
fan un crit per la guerra
dels tres fills que han perdut
les tres campanes negres.

II

Obriu-me el ventre
pel seu repòs,
dels meus jardins
porteu les millors flors.

Per aquests homes
caveu-me fons,
i en el meu cos
hi graveu el seu nom.

Que cap oratge
desvetllí el son
d'aquells que han mort
sense tenir el cap cot.

III

Disset anys només
i tu tan vell;
gelós de la llum dels seus ulls,
has volgut tancar ses parpelles,
però no podràs, que tots guardem aquesta llum
i els nostres ulls seran llampecs per als teus vespres.

Disset anys només
i tu tan vell;
envejós de tan jove bellesa,
has volgut esquinçar els seus membres,
però no podràs, que del seu cos tenim record
i cada nit aprendrem a estimar-lo.

Disset anys només
i tu tan vell;
impotent per l'amor que ell tenia,
li has donat la mort per companya,
però no podràs, que per allò que ell va estimar,
el nostres cos sempre estarà en primavera.

Disset anys només
i tu tan vell;
envejós de tan jove bellesa,
has volgut esquinçar els seus membres,
però no podràs, que tots guardem aquesta llum
i els nostres ulls seran llampecs per als teus vespres.

IV

La misèria esdevingué poeta
i escrigué en els camps
en forma de trinxeres,
i els homes anaren cap a elles.
Cadascú fou un mot
del victoriós poema.

envoyé par Riccardo Venturi - 14/11/2004 - 04:38




Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
Friburgo (CH), 26 febbraio 2007.
SCAMPANATE A MORTO

I

Scampanate a morto
lanciano un grido di guerra
per i tre figli perduti
da tre nere campane.

E il popolo si raccoglie
all'avvicinarsi del lamento;
sono tre pene in più
per la nostra memoria.

Scampanate a morto
per le tre bocche chiuse;
guai a quel cantore
che dimenticasse le tre note!

Chi mozzò il respiro
a quei corpi così giovani
senz'altro tesoro
che la ragione di chi piange?

Assassini di ragioni e di vite,
mai abbiate riposo durante i vostri giorni.
Nella morte vi perseguitino i nostri ricordi.

Scampanate a morto
lanciano un grido di guerra
per i tre figli perduti
da tre nere campane.

II

Apritemi il ventre
per farli riposare,
dai miei giardini
portate i più bei fiori.

Per questi uomini
scavatemi a fondo
e nel mio corpo
incidete i loro nomi.

Nessun vento
disturbi il sonno
di chi è morto
senza chinare la testa.

III [*]

Solo diciassett'anni
e tu, così vecchio;
geloso della luce dei suoi occhi
gli hai voluto chiudere le palpebre.
Ma non potrai, perché tutti serbiamo questa luce
e i nostri occhi saranno barlumi per le tue notti.

Solo diciassett'anni,
e tu, così vecchio;
invidioso di una bellezza così giovane
hai voluto strappargli le membra.
Ma non potrai, perché ricordiamo il suo corpo
ed ogni notte impareremo a amarlo.

Solo diciassett'anni,
e tu, così vecchio;
impotente verso l'amore che lui aveva
gli hai dato la morte per compagna.
Ma non potrai, perché per tutto quel che ha amato
il nostro corpò sarà sempre di primavera.

Solo diciassett'anni,
e tu, così vecchio;
invidioso di una bellezza così giovane
hai voluto strappargli le membra.
Ma non potrai, perché tutti serbiamo questa luce
e i nostri occhi saranno barlumi per le tue notti.

IV

La miseria si è fatta poeta
e ha scritto nei campi
in forma di trincee,
e gli uomini vi han camminato incontro.
Ognuno di essi è stato una parola
del poema vittorioso.
[*] qui Llach si rivolge al ministro dell'interno, Fraga Iribarne, mettendolo a confronto con la più giovane delle vittime

26/2/2007 - 01:22




Langue: espagnol

Versione castigliana, dal sito ufficiale
CAMPANADAS A MUERTOS

I

Campanadas a muerto
lanzan un grito para la guerra
de los tres hijos que han perdido
las tres campanas negras.

Y el pueblo se recoge
cuando se acerca el lamento;
son ya tres penas más
para nuestra memoria.

Campanadas a muerto
por las tres bocas cerradas;
¿ay de aquel trovador
que olvidara las tres notas!

¿Quién segó el aliento
de aquellos cuerpos tan jóvenes
sin otro tesoro
que la razón de los que lloran?

Asesinos de razones y de vidas,
que nunca tengáis reposo a lo largo de vuestros días
y que en la muerte os persigan nuestras memorias.

Campanadas a muerto
lanzan un grito para la guerra
de los tres hijos que han perdido
las tres campanas negras.


II

Abridme el vientre
para su reposo,
de mis jardines
traed las mejores flores.

Para estos hombres
cavadme hondo
y en mi cuerpo
grabad sus nombres.

Que ningún viento
perturbe el sueño
de quienes han muerto
sin humillar la cabeza.

III

Diecisiete años, solo,
y tú tan viejo;
celoso de la luz de sus ojos
has querido cerrar sus párpados
pero no podrás, porque todos guardamos esta luz
y nuestros ojos serán relámpagos para tus noches.

Diecisiete años, solo,
y tú tan viejo;
envidioso de una belleza tan joven
has querido desgarrar sus miembros
pero no podrás, porque recordamos su cuerpo
y cada noche aprenderemos a amarlo.

Diecisiete años, solo,
y tú tan viejo;
impotente para el amor que él tenía
le has dado la muerte por compañera
pero no podrás, porque por todo aquello que él amó
nuestro cuerpo estará siempre en primavera.

Diecisiete años, solo,
y tú tan viejo;
envidioso de una belleza tan joven
has querido desgarrar sus miembros
pero no podrás, porque todos guardamos esta luz
y nuestros ojos serán relámpagos para tus noches.

IV

La miseria se hizo poeta
y escribió en los campos
en forma de trincheras
y los hombres marcharon hacia ellas.
Cada uno fue una palabra
del victorioso poema.

23/1/2005 - 22:34




Langue: français

Versione francese (integrale) da http://www.lluisllach.fr
LES CLOCHES DE LA MORT

I

Les cloches de la mort
sonnent le glas pour la guerre
des trois fils qu'ont perdus
les trois cloches noires.

Et le peuple se recueille
quand la douleur s'approche;
voici encore trois peines
dont il faudra garder la mémoire.

Les cloches sonnent le glas
pour les trois bouches closes :
malheur au troubadour
qui tairait les trois notes !

Qui a ôté le souffle
à ces trois corps si jeunes
qui n'avaient d'autre trésor
que la raison de ceux qui pleurent ?

Assassins de raisons et de vie
que jamais vous n'ayez de repos de toute votre
existence
et que jusque dans la mort vous poursuivent nos
mémoires !

Les cloches de la mort
sonnent le glas pour la guerre
des trois fils qu'ont perdus
les trois cloches noires.

II

Ouvrez-moi le ventre
qu'il y trouvent le repos
de mes jardins
apportez les plus belles fleurs

Pour ces hommes-là
creusez-moi bien profond
et dans mon corps
gravez leurs noms.

Et qu'aucun orage
ne vienne troubler le sommeil
de ceux qui moururent
sans baisser la tête.

III

Dix-sept ans seulement,
et toi, si vieux;
jaloux de la lumière de ses yeux
tu as voulu lui fermer les paupières
mais en vain car tous, nous conservons cette lumière
et nos yeux lanceront des éclairs dans tes nuits !

Dix-sept ans seulement,
et toi, si vieux;
envieux d'une beauté si jeune
tu as voulu lui arracher les membres
mais en vain car nous conservons l'image de son corps
et chaque nuit nous apprendrons à l'aimer.

Dix-sept ans seulement,
et toi, si vieux,
incapable d'un amour comme le sien
tu lui as donné la mort pour compagne
mais en vain car au nom de tout ce qu'il aima
notre corps sera un éternel printemps.

Dix-sept ans seulement,
et toi, si vieux;
jaloux de la lumière de ses yeux
tu as voulu lui fermer les paupières
mais en vain car tous, nous conservons cette lumière
et nos yeux lanceront des éclairs dans tes nuits !

IV

La misère s'est fait poète
et a écrit dans les champs
en forme de tranchées
et les hommes sont allés vers elles,
Chacun devint parole
du victorieux poème.

13/6/2010 - 23:24




Langue: français

Versione francese (parziale)
LES CLOCHES SONNENT LE GLAS

Les cloches sonnent le glas
pour les bouches closes:
malheur au troubadour
qui en tairait les notes!

Qui a ôté le souffle
À ces corps si jeunes
Qui n'avaient d'autre trésor
Que la raison de ceux qui pleurent?

Assasins de raisons et de vies
Que jamais vous n'ayez de repos
Et que jusque dans la mort
Vous poursuivent nos mémoires!

Dix-sept ans seulement
Et toi si vieux
Jaloux de la lumière de ses yeux
Tu as voulu lui fermer les paupières
Mais en vain car tous nous conservons cette lumière
Et nos yeux lanceront des éclairs dans tes nuits!

Dix-sept ans seulement,
Et toi si vieux;
Envieux d'une beauté si jeune
Tu as voulu lui arracher les membres
Mais en vain car nous conservons l'image de son corps
Et chaque nuit nous apprendrons à l'aimer.

La misère s'est faite poète
Et a écrit dans les champs
En forme de tranchées,
Et les hommes sont allés vers elles...
Chacun devient parole
Du victorieux poème.

23/1/2005 - 22:10


Il vecchio Fraga è stato fino a due anni fa governatore della Galizia. Con questo ruolo è stato uno dei principali responsabili del disastro della petroliera Prestige. E la cosa più triste è che il PPE (un partito che accoglie con tranquillità molti ex franchisti) ha vinto ancora le elezioni in Galizia!

Lorenzo - 26/2/2007 - 10:58


Solo diciassett'anni aveva la più giovane delle vittime. Per vedere morire il vecchio Fraga invece abbiamo aspettato i suoi 89 anni. Ed è stato senatore fino a pochi mesi fa senza mai rinnegare il suo passato...

CCG/AWS Staff - 19/1/2012 - 10:03


En Manuel Fraga Iribarne va ser un feixista responsable, amb la seva signatura solidària amb els ministres d'en Franco, d'uns quants assassinats polítics pels quals mai no va demanar perdó, ni mai se li han demanat responsabilitats ni polítiques ni penals.

En temps de la transició va ser culpable directe de fets luctuosos com els de Vitòria (5 morts i desenes de ferits en un metrallament d'obrers indefensos a la sortida d'una església), pels quals tampoc no va demanar mai perdó ni tampoc se li va demanar responsabilitat política o penal. Sembla que va tenir el mèrit de transformar la dreta casernària espanyola en una dreta cavernícola espanyola.

No seré pas jo qui li ho agraeixi. Gràcies a això, i al fet que no hi va haver ruptura amb l'antic règim --i ell n'és prova documental--, se li va permetre de participar en la redacció de la constitució espanyola, i n'hi ha que pensem que encara paguem peatge.

En termes més polítics, ell és un dels responsables que el centre-dreta espanyol no tingui gens de transcendència en el panorama polític actual i que tot l'espai conservador sigui representat pel Partit Popular, una dreta extrema en postulats i accions.

Respecte de Catalunya i dels Països Catalans, ha tingut sempre una actitud més que bel·ligerant pel seu immaculat 'amor a Espanya' --a aquestes alçades ja no cal comentar res. Segurament que el seu déu el deu haver agafat confessat i tampoc no li demanarà cap responsabilitat. Escarnis de mal empassar. Això sí, que descansi per sempre.

Lluis Llach

*

«Manuel Fraga Iribarne fue un fascista responsable, con su firma solidaria con los ministros de Franco, de unos cuantos asesinatos políticos por los que nunca pidió perdón, y por los cuales nunca le pidieron responsabilidades políticas ni penales.

En tiempos de la transición fue culpable directo de hechos tremendos como el de Vitoria (5 muertos y decenas de heridos en un ametrallamiento de obreros indefensos a la salida de una iglesia), por lo que tampoco pidió perdón ni se le pidió responsabilidad política o penal [...].

Seguramente su dios le debe haber pillado confesado y tampoco le pide ninguna responsabilidad. Injusticias difícilmente digeribles. Eso si, que descanse para siempre». (Traducción de Juan Miguel Morales).

14/2/2012 - 10:16


Qualcuno ha gli accordi per chitarra di questo bellissimo canto?

Luciano - 24/3/2014 - 22:44




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