Language   

Déclaration

Georges Moustaki
Language: French


Georges Moustaki

List of versions


Related Songs

2010 - Στο καφενείον
(Gian Piero Testa)
Le temps de vivre
(Georges Moustaki)
Resistenza e Amore
(Alessio Lega)


[1974]
Paroles et Musique de Georges Moustaki
Parole e musica di Georges Moustaki
moustaki george declaration



mous


Vorrei essere capace anch'io di dichiarare lo stato di felicità permanente, come ha fatto questo signore qui, questo che ha scritto e canta questa canzone. Vorrei, perché in tempi in cui la sola parola “straniero” suscita orrore, paura, ribrezzo, rifiuto e quant'altro, lui ne ha fatto invece bandiera, e continua a farla. Vorrei a questo punto ricordare che sto parlando del signor Yussef (o Giuseppe) Mustacchi, nato a Alessandria d'Egitto da una famiglia di ebrei sefarditi orginari di Corfù In casa sua si parlava generalmente italiano, però scendeva in strada e, con gli amici, parlava arabo e greco. Poi s'è fatto francese, scrivendo per altri e per se stesso dei capolavori in quella lingua, ha cantato anche in spagnolo e portoghese, e ha scelto -mi viene da dire come Kavafis- di essere greco, o meglio Elleno. Nel senso più universale del termine; universale e straniero. L'universalità dell'Elleno è un concetto che ci è diventato estraneo; per Georges Moustaki è la vita. Da questa sua vita promana la sua dichiarazione di felicità permanente, della quale enuncia qui i capisaldi. L'assenza del dolore, che significa anche mettere da parte ogni credenza organizzata che fa del dolore e della sofferenza una scala per il cielo; il rifiuto della guerra; la giustizia ingiusta; la cessazione del caso, del fato, o meglio del fatalismo che rende proni ed abulici, e l'assunzione continua delle responsabilità; la fine dei soldi, di dio e dello stato. In pratica, questo Straniero Universale enuncia qui l'Anarchia. E la enuncia in principi semplici e ragionevoli; e per niente utopistici. Il problema è, però, proprio l'assunzione continua delle proprie responsabilità. Una cosa che sarebbe demandata a chiunque. I soldi, dio e lo stato sono i mezzi che impediscono di farlo. Delle cose inventate dall'uomo per autoimpedirsi la responsabilità. Le quali, come è ovvio, hanno creato lo stato di infelicità permanente, ben condite con la glorificazione del dolore, con la guerra, con una giustizia ed una legge che -con somma ironia- proclamano “uguale per tutti”, e con i diecimila e diecimila modi in cui anche nei secoli della scienza si continua a credere al destino.

Intanto, mentre sto scrivendo, sta sorgendo l'alba. Mi sta entrando in casa un nuovo giorno. Potrebbe, sì, essere quello buono, per tutti quanti. Ogni giorno è buono per cominciare a crearlo, lo stato di felicità permanente. Abbandonando i volgari problemi e, semplicemente, scoprendosi vivi. Guardarsi le mani. Non trasformare ogni gioia vissuta in dolore presente, ma tenerla soltanto come gioia vissuta ed agendo perché ce ne possano essere di maggiori, per noi e per tutti coloro che ci circondano. Non abbandonarsi, mai, a pensieri di morte. La morte c'è, ma la nuova vita siamo noi stessi, con le nostre molecole, con quello che stiamo pensando, dicendo e facendo prima della morte. Lo stato di felicità permanente saremmo noi stessi, ed è probabilmente quel che Moustaki vuole dire. [RV]
Je déclare l'état de bonheur permanent
Et le droit de chacun à tous les privilèges.
Je dis que la souffrance est chose sacrilège
Quand il y a pour tous des roses et du pain blanc.

Je conteste la légitimité des guerres,
La justice qui tue et la mort qui punit,
Les consciences qui dorment au fond de leur lit,
La civilisation au bras des mercenaires.

Je regarde mourir ce siècle vieillissant.
Un monde différent renaîtra de ses cendres
Mais il ne suffit plus simplement de l'attendre :
Je l'ai trop attendu. Je le veux à présent.

Que ma femme soit belle à chaque heure du jour
Sans avoir à se dissimuler sous le fard
Et qu'il ne soit plus dit de remettre à plus tard
L'envie que j'ai d'elle et de lui faire l'amour.

Que nos fils soient des hommes, non pas des adultes
Et qu'ils soient ce que nous voulions être jadis.
Que nous soyons frères camarades et complices
Au lieu d'être deux générations qui s'insultent.

Que nos pères puissent enfin s'émanciper
Et qu'ils prennent le temps de caresser leur femme
Après toute une vie de sueur et de larmes
Et des entre-deux-guerres qui n'étaient pas la paix.

Je déclare l'état de bonheur permanent
Sans que ce soit des mots avec de la musique,
Sans attendre que viennent les temps messianiques,
Sans que ce soit voté dans aucun parlement.

Je dis que, désormais, nous serons responsables.
Nous ne rendrons de compte à personne et à rien
Et nous transformerons le hasard en destin,
Seuls à bord et sans maître et sans dieu et sans diable.

Et si tu veux venir, passe la passerelle.
Il y a de la place pour tous et pour chacun
Mais il nous reste à faire encore du chemin
Pour aller voir briller une étoile nouvelle.

Je déclare l'état de bonheur permanent.



Language: Italian

legles
La versione italiana di Alessio Lega
La version italienne par Alessio Lega

Da lui eseguita ed incisa nell'album Canta che non ti passa, allegato all'omonimo volume, Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri, 2008.

Alessio Lega e Rocco Marchi, Dichiarazione, Manduria 7 agosto 2009
DICHIARAZIONE

Io dichiaro lo stato di gioia senza fine
e il diritto di ognuno ad ogni privilegio
io dico che il dolore è il grande sacrilegio
giacché esiste abbondanza di rose e di pane.

Io contesto la legittimità della guerra
la civilizzazione in braccio ai mercenari
la giustizia che uccide ed i suoi ambasciatori
la coscienza coperta da un palmo di terra.

Ho guardato il millennio morire bruciando
dalla cenere aspetto che un mondo migliore
sorga presto e perciò ho smesso di aspettare
e mi sporco le mani e mi spingo sul fondo.

Che la mia donna brilli ad ogni ora del giorno
senza dissimulare mai la sua stanchezza
sotto l'ombretto sparso sulla sua bellezza
senza mai rimandare quest'amore ora eterno.

Che mio figlio sia degli uomini e non degli adulti
e che sia ciò che vuole e che sia solo quello
che mi sia un compagno un amico un fratello
non la generazione che mi lancerà insulti.

E che i padri scendano dalla croce dei ruoli
e che trovino il tempo di amarsi fra loro
dopo tutta una vita di morto lavoro
dopo tutto il lavoro per stare da soli.

Io dichiaro lo stato di gioia permanente
senza musica e senza nessuna poesia
senza prima aspettare un qualunque messia
senza prima votarlo in nessun parlamento.

Io dichiaro che il caso ormai è stato abolito
responsabilità è degli esseri umani
la forza la portiamo nelle nostre mani
non in quelle dei soldi, di dio, dello stato.

E se vuoi unirti a noi devi esser te stesso
c'è posto per ognuno e di qualunque età
siamo tutti giganti senza umiltà
siamo sempre in cammino e iniziamo da adesso.

Io dichiaro lo stato di piena libertà.

2009/6/24 - 06:57




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi

decreto lo stato di felicità permanente - foto di Enrico Scuro
DICHIARAZIONE

Dichiaro lo stato di felicità permanente
e il diritto di ognuno ad ogni privilegio.
Dico che la sofferenza è un sacrilegio
quando per tutti ci sono rose e pan bianco.

Contesto la legittimità delle guerre,
la giustizia che uccide e la morte che punisce,
le coscienze che dormono in fondo al letto,
la civiltà portata dai mercenari.

Guardo morire questo secolo che invecchia.
Un mondo diverso rinascerà dalle sue ceneri
ma non basta più semplicemente aspettarlo:
io l'ho troppo atteso. Adesso lo voglio.

Che la mia donna sia bella a ogni ora del giorno
senza doversi mascherare sotto il belletto
e che non si dica più di rimandare a più tardi
la voglia di lei e di farci l'amore.

Che i nostri figli siano uomini, e non degli adulti
e che siano quel che un tempo noi esser volevamo.
Che noi siamo fratelli complici e compagni
invece di due generazioni che si insultano.

Che i nostri padri possano infine emanciparsi
e che prendano il tempo d'accarezzar la loro donna
dopo tutta una vita di sudore e di lacrime
e due dopoguerra che non erano la pace

Dichiaro lo stato di felicità permanente
senza che questo sian delle parole musicate,
senza attendere che vengano i tempi dei messia,
senza che sia votato da alcun parlamento.

Dico che, d'ora in poi, saremo responsabili.
Non renderemo conto a nessuno né a niente
e trasformeremo il caso in destino,
soli a bordo, senza padrone, senza dio e senza diavolo.

E se vuoi venire, traversa la passerella,
c'è posto per tutti e per ognuno di noi
ma ci resta ancora della strada da fare
per veder brillare una nuova stella.

Dichiaro lo stato di felicità permanente.



Language: Greek (Modern)

Gian Piero Testa.
Gian Piero Testa.

La versione greca di Gian Piero Testa
Ελληνική απόδοση απο τον Δζαν Πιέρο Τέστα
ΚΗΡΥΞΗ

Εγώ κηρύσσω κατάσταση διαρκούς ευτυχίας,
Του καθενός το δικαίωμα όλων των προνομιών
Εγώ βεβαιώ ότι ο πόνος δημιουργεί ιεροσουλία
Ενώ τριαντάφυλλα και γλυκό ψωμί σ'ολους ανήκουν

Εγώ αμφισβητώ την νομιμότητα των πολέμων
Δικαιοσύνη που φωνεύει και θάνατο που τιμωρεί
Συνειδήσεις κοιμισμένες στων κρεβάτων τους το βάθος
Πολιτισμό κουβαλομένο από τους μισθοφορικούς

Εγω παρατηρώ τον θάνατο αυτού του παλιωμένου αιώνα
Κόσμος διάφορος θα γεννηθεί από τη δική του σταχτή
Αλλά δε φθάνει πια οποιαδήποτε απλή αναμονή
Παραπολύ καρτέρεσα. 'Ολα τα θέλω τώρα.

'Ομωρφη να 'ναι η γυναίκα μου σε κάθε στιγμή
Δίχως να αποκρύπτεται κάτω στο ψιμύθιο
Να μην συμβαίνει πια εγώ να συγκρατώ
Το δικό μου το πόθος για να της κάνω έρωτα
 
Ανθρώποι τα παιδιά μου να γίνουν ανεπαρκή απλή μεγάλωση
Και ομοίοι να γίνουν μ'όλο που θέλαμε μεις να γίνουμε
Συντρόφοι κι αδέρφια να'μαστε μαζί και συνενόχοι
Δε θέλω δυο γενεές που η μία εξύβριζεται απ'την άλλη
 
Χειραφεσία επί τέλους θέλω οι πατέρες μας να κατακτούν
Κι η ώρα τους περισσεύει για γυναικών τους το χάδι
Που ζήσανε ζωή ολόκληρη με ιδρώτα και με δάκρυα
Γιάτι άμα ο πολεμος έσβησε δε φάνηκε καθόλου ειρήνη
 
Εγώ κηρύσσω κατάσταση διαρκούς ευτυχίας
Και απαγορώ το συνήθες το ανόητο τραγούδι
Μέλλοντα Μεσσία κανείς να περιμένει άδεια δεν δίνω
Ούτε παρακαλώ καμιά βουλή αυτά να επιψηφίσει
 
Εγώ βεβαιώ πως ήδη θα'μαστε υπεύθυνοι
Δεν θα κρατούμε πρακτικά για τίποτα και για κανένα
Και την τύχη θα την κάνουμε μοίρα και πεπρωμένο
Μόνοι μας επί του πλοίου δίχως θεό δεσπότη διάβολο
 
Αν θέλεις κι εσύ να έρθεις ανέβα αυτή τη σκάλα
'Ολος ο κόσμος εδώ χωράει εδώ καθείς θα έχει θέση
Μα θα 'χουμε ακόμα πολύ να ταξιδέψουμε
Πριν να δούμε στον ουρανό να φέγγει καινούργιο αστέρι
 
Εγω κηρύσσω κατάσταση διαρκούς ευτυχίας

Contributed by CCG/AWS Staff - Ελληνικό Τμήμα - 2009/6/24 - 06:51


È morto Georges Moustaki. Il cantante, greco di nascita e francese di adozione, aveva 79 anni e soffriva da tempo di problemi respiratori che gli impedivano di cantare. Nato ad Alessandria d'Egitto il 3 maggio 1936 - il suo vero nome era Giuseppe Mustacchi; lo aveva mutuato nel nome d'arte con cui è conosciuto in omaggio a Georges Brassens, conosciuto a Parigi negli anni Cinquanta - aveva scritto tante canzoni popolari, tra le quali la celebre Milord, uno dei successi della divina Edith Piaf. In Italia lo si ricorda soprattutto per la sua interpretazione di Lo straniero.

Georges Moustaki

CCG Staff - 2013/5/23 - 12:15




Main Page

Please report any error in lyrics or commentaries to antiwarsongs@gmail.com

Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.




hosted by inventati.org