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Delinquenza delinquenza

Agostino Raimo
Language: Italian


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[1924?]

"La primitiva redazione della canzone risale forse a poco dopo il delitto Matteotti, in pieno squadrismo. Deve essere cantata sull'aria di "Giovinezza, giovinezza", l'inno fascista; il testo è ripreso da Il Deposito-Canti di Lotta"
" L'anarchico Agostino Raimo (Canosa di Puglia 1906-1996), contadino, viene schedato dalla polizia fascista come "comunista" e spedito al confino di Ventotene nel 1933 (vi rimane fino al 1937) insieme a Michele Damiano, Giacinto Di Nunno e Leonardo Ponticelli. Qui incontra altri anarchici: Virgilio Antonelli, Giuseppe Spada, Gino Guarducci, Gino Babini, Giulio Stramucci, Dallara, Giuseppe Pasticcio, Marcaleone, Campomori, Italo De Pescali, Bernardi. Il gruppo anarchico di Canosa è attivo fino al 1932. Il 15 gennaio 1933 viene organizzato uno sciopero contro il fascismo e quaranta libertari vengono arrestati, condannati e consegnati al confino politico il 7 marzo. Canosa è stato il comune che ha avuto il maggior numero di perseguitati politici delle Puglie in proporzione al numero degli abitanti: 19 condanne al confino, 5 condanne del tribunale speciale e una decina di ammoniti. " [Catanuto/Schirone, p. 239]
Sono ladri son predoni
son banditi son ladroni
son la nuova mano nera
al servizio dei padroni.

Con le gesta brigantesche
disonorano l’Italia
son protetti dalla sbirraglia
e da sicura impunità.

Delinquenza delinquenza
del fascismo sei l’essenza
col delitto e la violenza
tu oltraggi la civiltà.

Sono avanzi di galera
son banditi son ladroni
son la nuova mano nera
al servizio dei padroni.

Nelle gesta brigantesche
son peggior dei pellirossa
li spaventa bandiera rossa
perché dovrebbero lavorar

Delinquenza delinquenza
del fascismo sei l’essenza
col delitto e la violenza
tu oltraggi la civiltà.

Dalla plebe insanguinata
parte un grido di dolore
dalla plebe massacrata
dal suo turpe sfruttatore.

Ma del popolo gemente
finì l’era del terrore
d’una fiamma rifulgente
l’orizzonte sfolgorò.

Bolscevismo bolscevismo
tu sei il vero socialismo
Bolscevismo bolscevismo
tu ci dai la libertà

Contributed by Riccardo Venturi



Language: Italian

Un'altra delle tante parodie dell'inno fascista "Giovinezza", scritto da Salvator Gotta. La versione è quella stampata dalla Tipografia sociale di Fermo, ma successiva al 1945.

Fonte: Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli editore, 2008, pag. 101.
DELINQUENZA, DELINQUENZA

Lor si chiamano fascisti
E si vantano con ardore,
Mentre sono dei teppisti
Sotto il manto tricolore.
Degli Unni discendenti
Disonorano l'Italia
Son protetti dalla sbirraglia
E dai signori si fan pagar.

Delinquenza, delinquenza
Del fascismo sei l'essenza
Col delitto e la violenza
Lor distruggon la civiltà.

Sono avanzi di galera,
Son banditi, son ladroni
Son la nuova mano nera
Al servizio dei padroni.
nelle gesta brigantesche
Son peggior dei pellirossa
Li spaventa bandiera rossa
perché dovrebbero lavorar.

Delinquenza, delinquenza
Del fascismo sei l'essenza
Col delitto e la violenza
Lor distruggon la civiltà.

Mussolini il delinquente
Dice a questi suoi briganti
Uccidete Matteotti
Bruciate pur L'Avanti.
Ordinava poi sevizie
a comunisti e socialisti
e queste sono le prodezze
dei criminali di Mussolin.

Delinquenza, delinquenza
Del fascismo sei l'essenza
Col delitto e la violenza
Lor distruggon la civiltà.

Contributed by Alessandro - 2008/12/25 - 19:14


Acc... c'era già nella versione "bolscevica" che Jona e Liberovici - come scrivono in "Le ciminiere non fanno più fumo" - raccolsero a Torino nel 1959 dalla voce di Felice Carando, classe 1902, militante socialista del Circolo Oltre Po, Ardito del Popolo che partecipò agli scontri con i fascisti nei primi anni '20...

"Carando aggiunge all'esecuzione del canto questo ricordo personale:

C'era il comizio su Sacco e Vanzetti e noi venivamo dai giardini della Cittadella, dove appunto aveva avuto luogo il comizio: i comizi si facevano prima che li ammazzassero. E venivamo giù cantando quella. In piazza Castello l'abbiamo attaccata, eravamo dieci o dodici; arriviamo sotto i portici, cantavamo quella lì: 'Delinquenza, delinquenza, del fascismo sei l'essenza...'Passimao davanti al [caffè] Dilej, e ne viene fuori tutta una truppa. Arrivano, e saranno più di cento: "Arditi d'Italia contro gli arditi del popolo, a noi!", giü, alé! E noi avevamo tutti le canne animate che ci vendeva la Federazione, tutte canne con l'acciaio dentro. Un po' [di noi] sono scappati, scappavano e si fermavano dietro le colonne. Quando ne arrivava qualcuno a tiro, patàc!, poi via. Così ci siamo sparpagliati."

Fonte: Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli editore, 2008, pag. 401.

Alessandro - 2008/12/25 - 19:34


Comunisti maleodorante feccia dell'umanità e soprattutto immensamente ignoranti.

Fascista - 2013/12/20 - 15:10


bellino te...

CCG Staff - 2013/12/20 - 15:16


il fascista è sempre anonimo,perché giustamente si vergogna.

Silva - 2013/12/20 - 16:12




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