La fabbrica rappresentava un sogno, ci dava lavoro, indipendenza, autonomia, libertà, emancipazione, poi il sogno si trasformava in dura realtà, ritmi infernali, da noi volevano solo la velocità delle mani, non dovevamo pensare, e invece noi abbiamo inizato a pensare, a reagire, a lottare, eravamo poco più che bambine e lì dentro siamo cresciute
Partivamo bambine dai campi
Col timore e un sussulto nel cuore
Il sorrios e il fiore degli anni
per sognare un futuro migliore
mentre intorno tutto cambiava
dopo il fuoco la ricostruzione
finalmentre si partecipava
per diritto all’emancipazione
tutto il giorno a tagliare e cucire
gli occhi bassi senza parlare
e rinchiusa in mezzo al rumore
sfiorivo davanti al dottore
Figlia mia ti ho visto poco
ti ha cresciuto la nonna e l’asilo
son cresciute poco le rose
con in mano un bottone ed un filo
Figlia mia vedi di studiare
di cambiare di più la tua vita
40 anni come un’operaia
ho la schiena e la vista finita
Quanta lotta per conquistare
Produzione che deve aumentare
Sotto il ghigno del caporale
Per la gioia del nostro padrone
E tornando a casa la sera
c’era tutto da sistemare
Cominciava un altro lavoro
E poi l’alba per ripartire
Figlia mia vado a scioperare
Noi qui dentro sepolte a soffrire
Non lo facciamo per noi
Ma per voi che dovete venire
Figlia mia vedi di studiare
di cambiare di più la tua vita
40 anni come un’operaia
ho la schiena e la vista finita
Così caldo da far svenire
il veleno da respirare
alla fine persi la voce
non riuscivo nemmeno a fiatare
ma il pensiero non l’hanno rubato
nelle pause in bagno a parlare
perché in tanti siamo più forti
tutte insieme possiamo cambiare
Figlia mia ti ho visto poco
ti ha cresciuto la nonna e l’asilo
son cresciute poco le rose
con in mano un bottone ed un filo
Figlia mia vedi di studiare
di cambiare di più la tua vita
40 anni come un’operaia
ho la schiena e la vista finita
Contributed by DonQuijote82 - 2009/8/17 - 18:14
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Album: Articolo Uno
Dopo il disco Lavoro e dignità dei Ned Ludd, un altro disco interamente dedicato al mondo del lavoro:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Comincia così la nostra Costituzione. Se pensiamo però a ciò che accade nelle nostre vite e nella società, vediamo tante contraddizioni.
Questo album parla del lavoro, delle conquiste e delle sconfitte nel passato, di diritti raggiunti ma anche di una regressione di questi ultimi
nell’attualità in cui viviamo. Parla di sudore e sfruttamento di operaie, operai, minatori e braccianti, parla di migranti di ieri (gli italiani)
e di migranti di oggi, parla di mancanza di memoria e di coscienze addormentate.
Parla di giovani disoccupati senza certezze e senza speranza. Della vergogna dei morti sul lavoro, migliaia in questo paese.
Con la forza e con la tenerezza, dalle storie della nostra terra a quelle d’Italia e del mondo.
Perché è il mondo intero la nostra casa.
da www.casadelvento.eu
7 - Primo maggio - Figlia mia - Dio degli inferi - Articolo uno - Dal cielo - Tutta la vita davanti - Redemption song - Quando fischiava la sirena - Campi d'oro - L'italiante - Fatica e sudore - L'ultima cosa