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Lei presoniers

Dupain


Dupain

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La canalha
(Dupain)


[2000]
Album: L'Usina
[Jorgi Reboul]

Dupain, L'Usina, 2000
Dupain, L'Usina, 2000
Una volta all'anno mi ricapita in mano l'album dei Dupain, "L'Usina" (La fabbrica); e sono alle perse, perché è in occitano stretto e ci capisco sì e no una parola su venti. Alors je commence à paniquer perché so di cosa parlano quelle canzoni assolutamente non fraintendibili: di lavoro duro, disoccupazione, di schiavitù del lavoro (qualche titolo: "La canalha", "Fem ren" -cioè "Non facciamo niente", "Lo progress", "Lei presoniers"…), di galera; e fino ad oggi non ero riuscito a trovare neanche un testo che fosse uno in rete (visto che l'album, piratato, non so neppure chi me lo abbia registrato e da dove mi sia venuto; ma mi segue in tutte le mie numerose peregrinazioni, partono gli emigranti per l'Europa…e mi sa che a Bandelli gni sarebbeno garbate ste canzoni).

Oggi invece, dopo una disperata telefonata ieri pomeriggio nientepopodimeno che al dinamico duo Slowdog + Slowessa (i quali manco sapevano che esistesse, 'sto gruppo…), spinto da chissà quale ispirazione ho trovato addirittura il loro sito (non segnalato su Google, e ci sono arrivato per vie traverse tra un posizionatore, due solenoidi e un pressostato) contenente anche dei testi. Uno solo, purtroppo, da "L'Usina"; ma anche gli altri meritano di essere letti. Ed ascoltati, perché dal sito in questione si possono scaricare delle canciòuns. Con traduciòu in francese, ma quelle che allegherò sono anche in italiano (e sia mai…)

La URL è questa.

Riccardo Venturi dal ng it.fan.musica.guccini, 24 aprile 2004
Lo portau crenilhant s’es dubert
Boca badanta dins la nuech.
Davaleron.
Eran de joventud amb encara dins
Sa votz lo printemps,
E la flama d’una regalida au dintre
Degun supliquèt. Plovinejava
Sensa relambi.

La carriera s’auriolava coma d’una flor
Privada de son sang.
Leis esperavan ambé seis aisinas leis arpas
S’assasins lei botas policieras.
Lei foets petavan ben tant que de cops de fusius.
Lei tuerts la plueja non decessavan dins lo sagan neblos.

De planhums una crida bacelava la paret.
Una man de fèrre quichava una
Garganta per tostemps.
S’amossavan lei votz a la perfin
De sosterranhs moisses.
Quora parpalejeron leis estelas
La vergonbra èra au cor de la nuech.

Contributed by Riccardo Venturi




Language: French

Version française
LES PRISONNIERS

La porte de fer soudain s’est ouverte,
bouche aveugle sur la nuit.
Ils descendirent.
C’étaient des adolescents, avec encore dans la voix
le printemps
et une flamme d’étoiles qui les brûlait à l’intérieur.
Aucun ne suppliait. Il pleuvait lentement,
infatigablement.

La rue reflétait quelques lumières comme des roses ouvertes,
vidées de leur sang.
Les attendaient les tourmentes de fer des instruments
assassins,
les bottes policières.
Les fouets claquaient comme des coups de feu féroces.
Les coups et la pluie croissaient, croissaient sans cesse,

et les cris de douleur venaient battre le mur.
Une main de fer étreignait une voix
pour toujours
l’on enterrait les cris
au fond des souterrains humides.
Quand vinrent les étoiles,
la nuit paraissait avoir honte.



Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
I PRIGIONIERI

La porta di ferro s'è aperta all'improvviso,
bocca cieca sulla notte.
Sono scesi.
Erano ragazzi, con ancora in bocca
la primavera
e una fiamma di stelle che ardeva loro dentro.
Nessuno supplicava. Piovigginava
senza sosta.

La via rifletteva delle luci come rose aperte
ma svuotate del sangue.
Li aspettavano le torture di ferro degli strumenti assassini,
gli stivali dei poliziotti.
Le fruste sferzavano come delle scintille feroci.
I colpi e la pioggia aumentavano, aumentavano senza sosta,

e le grida di dolore battevano contro il muro.
Una mano di ferro stringeva una voce
per sempre
le grida erano seppellite
in fondo a sotterranei umidi.
Quando arrivarono le stelle
la notte sembrava vergognarsi.



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