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Yugo 45

Zabranjeno Pušenje
Lingua: Bosniaco


Zabranjeno Pušenje

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(1999)
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Yugo 45A


Questa è senz'altro una delle canzoni più interessanti degli Zabranjeno pušenje. La "Yugo 45" era un modello di successo della Zastava, al pari della Zastava 750 "Fića", la famosa copia della Fiat 600. Era insomma uno dei simboli più famosi della Jugoslavia, e rappresenta quindi in questa canzone tutto un periodo, quello appunto dei migliori anni della vecchia Jugoslavia.

La canzone è pregna di significato, perché in maniera non palese (e quindi intelligente ed efficace) ricorda uno stile di vita e fatti quotidiani che accomunavano tutti gli jugoslavi, quindi quella cultura jugoslava che è effettivamente esistita, e che legava nelle esperienze serbi, croati e bosniaci.

Nella prima strofa, quando i vicini si raccolgono a casa del protagonista per vedere la nuova macchina, la madre prepara da mangiare per tutti (l'ospitalità era e resta molto importante nei Balcani): prepara delle hurmašice, che sono tipici dolcetti da forno bosniaci, biscotti inzuppati in un denso e dolcissimo sciroppo di acqua e zucchero (sono dolci che come la baklava derivano dalla tradizione turca e orientale). L'altra spiegazione d'obbligo riguarda il termine "granap": i granap (GRAdsko NAbavno Preduzeće - Ditta Fornitrice Cittadina), erano negozi collettivi istituiti nel dopoguerra nei quali si comprava di tutto, ma con gli anni si sono divisi e confluiti in altre realtà, scomparendo, ma rimanendo di fatto nel gergo quotidiano: "andare al granap" significava semplicemente andare a fare la spesa quotidiana spiccia, insomma mandare i figli piccoli a comprare pane e latte.

Nella seconda strofa si accentua il fattore del benessere economico, e della possibilità di viaggiare oltre confine liberamente (la Jugoslavia era l'unico paese dell'Est che permetteva il libero transito). Era prassi comune quella di oltrepassare il confine per fare shopping in Italia, soprattutto in vestiti e accessori: dal punto di vista dei consumi e della moda la Jugoslavia era un paese occidentale.

Nella terza strofa i nomi Franjo, Momo, Mirso non sono scelti a caso: rispettivamente sono nomi tipici croato, serbo e bosniaco (il fatto che Mirso sia lo zio indica che il cantante è bosgnacco, ossia bosniaco mussulmano). Il fatto che tutti e tre questi personaggi guidassero la stessa macchina indifferentemente è significativo.

Il video stesso di questa canzone, che segue passo passo la storia narrata, è molto eloquente: dalla fine degli anni '70 agli anni '90, attraverso la tv ripercorre le vicende che hanno segnato la Jugoslavia. C'è una vena ironica, come quando il padre del cantante viene invitato a Brioni (residenza estiva di Tito) dalla moglie del Maresciallo, Jovanka, per suonare, e nell'accentuare pose e caricature dello jugoslavo medio (nei gesti, nei vestiti di una borghesia benestante, ma fondamentalmente molto comunitaria e bonacciona). L'inquadratura finale su una discarica di macchine è molto eloquente: è dove, insieme a una Yugo 45, è finito tutto quanto un paese.
Kažu da su čuda svijeta piramide afričke
Kažu da su čuda svijeta velike rijeke Indije
Al' nijedno čudo nije bilo ravno onome
Kad je stari uparkir'o u bašću Jugu 45
Skupio se sav komšiluk i pola rodbine
Ono pola nije moglo, nije moglo od muke
Stara napravila mezu, ispekla 'urmašice
Stari otiš'o u Granap po još logistike

Bilo je to dobro vrijeme
Sve na kredit, sve za raju, jarane
U auto naspi čorbe, pa u Trst po farmerke
Bilo je to dobro vrijeme
Te na izlet, te malo na more
U kući puno smijeha
U bašći Jugo 45

Vozio ga komšija Franjo, da proda jabuke
Vozio komšija Momo, da mu ženu porode
Vozio ga daidža Mirso, kad je iš'o u kurvaluke
Vozio ga malo i ja, kad bi' mazn'o ključeve

Bilo je to dobro vrijeme
Sve na kredit, sve za raju, jarane
U auto naspi čorbe, pa u Trst po farmerke
Bilo je to dobro vrijeme
Te na izlet, te malo na more
U kući puno smijeha
U bašći Jugo 45

Virio sam jedno veče, iz bašće čuo glasove
Momo, Franjo, daidža Mirso nešto tiho govore
Onda pružiše si ruke, na komšiju se ne može
Onda popiše po jednu i razguliše
Izgled'o je baš mali to veče naš Jugo 45

Pobjegli smo jednog jutra s dvije kese najlonske
Prvo malo Lenjinovom, pa preko Ljubljanske
Danas nam je mnogo bolje, novi grad i novi stan
Stari nam je post'o fora, kantonalni ministar
Ali meni je u glavi uvijek ista slika, isti fleš
Stara kuća, mala bašća, i u njoj Jugo 45
Ali meni je u glavi uvijek ista slika, isti fleš
Stara kuća, mala bašća, i u njoj Jugo 45

inviata da Filip Stefanović - 20/6/2009 - 13:32




Lingua: Italiano

yugkvdva Versione italiana di Filip Stefanović
YUGO 45

Dicono che sono la meraviglia del mondo le piramidi africane
Dicono che sono la meraviglia del mondo i grandi fiumi indiani
Ma nessuna meraviglia era grande come
quando papà ha parcheggiato la Yugo 45 nel cortile
Si è raccolto tutto il vicinato e metà parentado
L'altra metà non poteva, non poteva dal disgusto
La mamma ha preparato qualcosa da masticare, ha cotto un po' di hurmašice
Papà è andato al Granap a prendere altra roba

Quelli erano bei tempi
Tutto a credito, tutto in fiducia, che roba...
Versa un po' di brodo in macchina, e via a Trieste a prendere i jeans
Quelli erano bei tempi
un po' a fare picnic, un po' al mare
In casa tante risate
E in cortile la Yugo 45

La guidava il vicino Franjo, a vendere mele
La guidava il vicino Momo, quando sua moglie doveva partorire
La guidava zio Mirso, quando andava a puttane
La guidavo un po' anch'io, quando riuscivo a sgraffignare le chiavi

Quelli erano bei tempi
Tutto a credito, tutto in fiducia, che roba...
Versa un po' di brodo in macchina, e via a Trieste a prendere i jeans
Quelli erano bei tempi
un po' a fare picnic, un po' al mare
In casa tante risate
E in cortile la Yugo 45

Ho teso l'orecchio una sera, si sentivano voci dal cortile
Momo, Franjo, zio Mirso bisbigliavano qualcosa piano
E poi si sono stretti le mani, non si può andare contro i vicini
Poi hanno tirato giù un bicchierino e se ne sono andati per le loro strade
La nostra Yugo 45 sembrava così piccola quella sera
La nostra Yugo 45 sembrava così piccola quella sera

Siamo scappati via una mattina con giusto due sacchetti di plastica
Attraverso via Lenin e poi giù per Via Lubiana
Oggi va molto meglio, nuova città e nuovo appartamento
Papà è diventato un pezzo grosso, un ministro cantonale
Ma io ho in testa sempre quella stessa immagine, lo stesso flash
Vecchia casa, vecchio cortile, e lì dentro la Yugo 45
Ma quella stessa immagine ancora resta, lo stesso flash
Vecchia casa, vecchio cortile, e lì dentro la Yugo 45

inviata da Filip Stefanović - 20/6/2009 - 13:33





La versione greca di Riccardo Venturi
Ελληνική απόδοση από τον Ριχάρδο Βεντούρη

Yugo 1999


Con un grazie a Filip / Хвала лепа, Филипе / Ευχαριστώ πολύ, Φίλιππε

Non so se si è capito quanto mi abbia colpito, questa canzone. Perché mi riporta negli occhi cose che conoscevo anche io. Quando scorrazzavo fra Jugoslavia e Grecia su una 127 scassata, targata FI 901008, incrociando non so quante Zastava e Yugo; le stesse che poi m'è capitato di rivedere schiacciate dai carri armati, o bruciate, o in rovina. Non nei filmati, le ho viste di persona.

E allora m'è scattata la mia solita reazione, dato che anche in Grecia se ne vedevano tante, di Yugo 45. Pensando a quante volte ho passato la frontiera a Gevgelija, dove c'era una specie di casinò che quelli sperduti nei deserti americani gli facevano un baffo, il casinò del tempo perduto mi veniva da chiamarlo. Mi sono messo a tradurla in greco. Andavo da quelle parti e imparavo ogni sorta di lingua, il serbo, il greco, bastava che fosse balcanica.

Tutto quel miscuglio meraviglioso che ho ancora nella testa, giustappunto. Anche le automobili. E allora ecco 'sta specie di versione greca, e mi piacerebbe saperla fare anche in macedone, o in sloveno; ma non lo so fare. [RV]
YUGO 45

Λένε πως είναι το θαύμα του κόσμου οι Αφρικανικές πυραμίδες
λένε πως είναι το θαύμα του κόσμου οι μεγάλοι Ινδικοί ποταμοί
αλλά δεν υπήρξε ένα θαύμα μεγαλύτερο και πιο απίθανο
απ'όταν ο μπαμπάς παρκάρισε το Yugo 45 στην αυλή.
Συγκεντρώθηκαν όλοι οι γείτονες κι οι μισοί συγγενείς
οι άλλοι μισοί δε μπορούσαν, δε μπορούσαν από αηδία
η μάνα έκανε κάτι για φαγητό, έβρασε χουρμάσιτσες
ο μπαμπάς πήγε στο Granap ν'αγοράσει άλλο φαΐ

'Κείνοι ήταν καλοί χρόνοι
όλο με πίστωση, εμπιστευόμαστε, τρελά πράγματα!
Γεμίζαμε το ρεζερβουάρ και μπροστά στη Τεργέστη ν'αγοράσουμε τζιν
'κείνοι ήταν καλοί χρόνοι
μια φορά κάναμε πικνίκ, την άλλη πηγαίναμε στη θάλασσα
και γέλια και γέλια στο σπίτι...
Και το Yugo 45 στην αυλή.

Το οδηγούσε ο Φράνιο ο γείτονας μας να πουλάει μήλα
το οδηγούσε ο Μόμο ο γείτονας μας όταν η γυναίκα του έπρεπε να γεννήσει
το οδηγούσε ο μπαρμπα-Μίρσο όταν πήγαινε με πουτάνες
το οδηγούσα κι εγώ όταν το πετύχαινα να κλέψω τα κλειδιά

'Κείνοι ήταν καλοί χρόνοι
όλο με πίστωση, εμπιστευόμαστε, τρελά πράγματα!
Γεμίζαμε το ρεζερβουάρ και μπροστά στη Τεργέστη ν'αγοράσουμε τζιν
'κείνοι ήταν καλοί χρόνοι
μια φορά κάναμε πικνίκ, την άλλη πηγαίναμε στη θάλασσα
και γέλια και γέλια στο σπίτι...
Και το Yugo 45 στην αυλή.

'Eστησα αφτί ένα βράδυ, άκουγα φωνές στην αυλή
ο Μόμο, ο Φράνιο κι ο μπαρμπα-Μίρσο ψιλοκουβεντίαζαν
κι έπειτα σφίχτηκαν τα χέρια, αδύνατον να πάμε κατά τους γείτονες
έπειτα ήπιαν ένα ποτηράκι κι ο καθένας πήρε το δρόμο του
το Yugo 45 μας φαινόταν τόσο μικρό αυτό το βράδυ
το Yugo 45 μας φαινόταν τόσο μικρό αυτό το βράδυ

Το σκάσαμε ένα πρωί με μόνο δυο πλαστικές σακούλες
μες από οδό Λένιν κι έπειτα κάτω στην οδό Λιουμπλιάνας
σήμερα κάνουμε πολύ καλύτερα σε νέα πόλη, νέο διαμέρισμα
ο μπαμπάς έγινε υψηλός παράγοντας, καντονικός υπουργός
αλλ'εγώ έχω πάντα στα μάτια μου την ίδια εικόνα, το ίδιο φλας
το παλιό σπίτι μας, την παλιά αυλή μας και το Yugo 45
κι η ίδια εικόνα, το ίδιο φλας μένουν στα μάτια μου
το παλιό σπίτι μας, η παλιά αυλή μας και το Yugo 45.

20/6/2009 - 17:41




Lingua: Francese

Version française – YOUGO 45 – Marco Valdo M.I.
D'après la version italienne – YUGO 45 - de Filip Stefanović de la chanson Yugo 45 - Zabranjeno Pušenje.


J'ai bien connu la Yougo, dit Marco Valdo M.I., et même, les Zastava et les Polonez, les Polski, les Mosvicth, les Tatras, les Skodas, les Dacias, les Trabants, les Wartburgs (Ah ! Les Wartburgs !), les Barkas (Les incroyables Barkas...), les fausses vraies Fiat 126, les Volgas (de vrais bateaux) et les très fameuses Ladas... Une bonne partie d'entre elles avaient des allures de Fiat. Cela dit, des bagnoles increvables... Un peu rudes, certes... Mais ça roulait et ça fonctionnait sans tous ces machins électroniques et ces sophistications pour mémères atteintes du retour d'âge.

Juste, dit l'âne Lucien, j'ai croisé un peu partout de ces engins. Et tu as parfaitement raison, Marco, ce n'étaient pas des machines prétentieuses. Et avec de ces couleurs... De vraies couleurs... Et pas chères... On achetait une auto, c'était une auto et en plus, ça roulait (suffisamment) vite et bien. Et quand elles tombaient en panne, c'étaient de vraies pannes, pas d'incompréhensibles caprices électroniques... C'était pas du toc... Autres temps, autres mœurs... Et puis quand tu roulais là-dedans, on savait que tu ne posais pas, que tu n'essayais pas de te donner une personnalité mécanique, une vie d'auto, que tu ne remplissais pas ton vide cervical par la carrosserie d'une machine, que tu ne mesurais pas ton intelligence et ta personnalité aux chevaux moteurs, que tu ne te laissais pas maquer par une marque... Un peu comme si tu avais un téléphone pour téléphoner, un livre pour lire, un cerveau pour penser, un cœur pour aimer... Mais moi, je dis ça, mais je ne suis jamais qu'un âne et j'ai jamais eu d'auto...

Tout ce que j'en retire de cette affaire, dit Marco Valdo M.I., c'est que Zabranjeno Pušenje raconte une histoire qu'on ferait bien de méditer. Il y a dû y avoir eu une erreur quelque part ou alors, une révolution inachevée... Plutôt, une révolution inachevée...

Mais, dit Lucien l'âne, à propos de révolution inachevée, dis-moi, mon ami Marco, n'as-tu pas l'impression que le vent change, que les temps changent...

Faut l'espérer, et tu connais le proverbe : « Cent fois sur le métier, remettez votre ouvrage... » Alors, faisons comme les Canuts : « Tissons le linceul du vieux monde... »

OsR !
Ainsi parlait Marco Valdo M.I.
YOUGO 45

On dit que les pyramides sont une des merveilles du monde
On dit que les grands fleuves des Indes sont une des merveilles du monde
Mais aucune merveille n'est comparable au moment où
Papa a garé la Yougo 45 dans notre cour.
Tout le voisinage et la moitié de la famille étaient là
L'autre moitié, dégoûtée, ne voulait pas.
Maman a préparé quelque chose à mastiquer, a cuit un peu de hurmasices.
Papa est allé au Granap chercher d'autres vivres.

C'étaient de beaux temps
Tout à crédit, tout en prêt, quelle affaire...
On verse un peu de liquide dans la voiture et hop à Trieste pour chercher des jeans
C'étaient les beaux temps
Un peu de picnic, un peu à la mer
À la maison, on riait tant
Et dans la cour la Yougo 45.

Franjo, notre voisin, la prenait pour aller vendre des pommes
Momo, notre voisin, la prenait quand sa femme devait accoucher
Oncle Mirzo la prenait pour aller aux putes
Je la conduisais un peu aussi quand j'arrivais à faucher les clés.

C'étaient de beaux temps
Tout à crédit, tout en prêt, quelle affaire...
On verse un peu de liquide dans la voiture et hop à Trieste pour chercher des jeans
C'étaient les beaux temps
Un peu de picnic, un peu à la mer
À la maison, on riait tant
Et dans la cour la Yougo 45.

Un soir, il y avait des voix dans la cour, j'ai tendu l'oreille
Momo, Franjo, oncle Mirzo murmuraient quelque chose tout bas
Et puis, ils se sont serré les mains, on ne peut aller contre les voisins
Puis, ils ont descendu un verre et sont partis de leur côté.
Notre Yougo 45 semblait si petite ce soir-là
Notre Yougo 45 semblait si petite ce soir-là.

Nous avons fui un matin avec juste deux sacs en plastique
Par la rue Lénine et puis, la rue Ljubljana en descendant.
Maintenant, ça va bien mieux, une nouvelle ville et un nouvel appartement
Papa est devenu une grosse légume, un ministre cantonal
Mais j'ai toujours en tête cette image, ce flash
Notre vieille maison, notre vieille cour, et là, notre Yougo 45.
Mais cette image me reste toujours, ce même flash
Notre vieille maison, notre vielle cour, et là, notre Yougo 45.

inviata da Marco Valdo M.I. - 21/6/2009 - 18:46


Sono d'accordo in tutto e per tutto, e mi ricordo anch'io molto bene della Yugo 45 per averne viste a centinaia quando andavo in Jugoslavia (e senza dimenticare nemmeno la Zastava Skala!). Però mi chiedo: come mai è stata messa una foto di una Yugo con targa di Malta...??? :-)))))

yugkv


Ad ogni modo...W la Yugo 45, W le OOUR, W tutte le Trg Maršala Tita che si trovavano in ogni paesino... e W soprattutto un paese che non c'è più, ammazzato sull'altare del mercato e delle losche manovre di mezzo mondo. Che un giorno nella spazzatura possano finire tutti i suoi assassini, e che risorga la Yugo 45!

Riccardo Venturi - 20/6/2009 - 15:01


Mentre nel resto della ex Jugoslavia le Yugo sono ormai un pezzo raro, in Serbia ne resistono ancora tantissime. Questa foto l'ho scattata nel 2007 a Zemun, vicino a Belgrado.

yugo policija


La Yugo con la targa di Malta l'ho trovata su Wikipedia...

Lorenzo - 21/6/2009 - 10:25


Una Zastava verde fu la prima automobile del mio amico greco Babis, sulla quale imparò quella guida esasperatamente lenta che ancora lo contraddistingue. I Greci più su, ma che non potevano raggiungere la Mertsedès, aspiravano alle Lancia: ma poi si accontentavano delle Ford, Cortina o Escort(se questa parola si può ancora pronunciare). Gli altri disponevano dell'usato yugoslavo; e i primi ingorghi sulla Atene -Corinto avevano qualche cosa di già visto in Serbia. Un altro mio amico, che aveva intrapreso la carriera militare, si fece mandare a Cipro per tre anni, senza un giorno di licenza pena la decadenza dei benefici, per farsi la Mertsedès, che veniva offerta - scontata - agli ufficiali delle forze internazionali di garanzia. Se la fece. Ma la prima ragazza che andò a prendere per uscire una sera, gli obiettò: "Non pensavo che tu fossi un taxista". Cipro infatti rigurgitava di taxi Mercedes e la fanciulla, forse, si aspettava la solita Torpedo Blu. Erano i primi anni Ottanta, mica un secolo fa. Credo che la Zastava di Babis esista ancora e che la usi suo suocero il quale avrà, adesso, almeno novant'anni.

Gian Piero Testa - 21/6/2009 - 11:06


Ho visto infatti che su Βικιπαίδεια c'è regolarmente, quasi in tutte le versioni, la foto della Yugo 45 con targa maltese. Tanto per aggiungere qualche notizia, praticamente si trattava di un progetto Fiat che doveva prendere il posto della 127, e che poi fu accantonato in favore di quella che sarebbe stata la Uno; il progetto fu venduto alla Zastava, allora industria di stato jugoslava, che ne fece la Yugo 45. La quale ebbe un successo clamoroso: fino al 1992 fu addirittura esportata negli Stati Uniti. Certo, ne vedessi a giro una per il Treggia's Blog...e la cosa sarebbe possibilissima, dato che dal 1991 al 1993 fu commercializzata anche in Italia con il nome di Innocenti Koral

La Innocenti Koral, ovvero la Yugo 45. Qui addirittura cabrio.
La Innocenti Koral, ovvero la Yugo 45. Qui addirittura cabrio.

Riccardo Venturi - 21/6/2009 - 14:23


Mi fa piacere vedere che questa canzone ha suscitato tanto interesse.

Un paio di curiosità: l'ultima Koral a essere prodotta è uscita dalle linee Zastava nemmeno tanto tempo fa (considerando che è in produzione dal '78!): era il 14 novembre 2008, e sul sito della Zastava potete trovare qualche foto e un po' di informazioni.

Altra chicca: la mitica Skala 55 (copia della Fiat 127) viene prodotta ancora oggi, e la si può comprare nuova di pacca a circa 4000 euro. Che aspettate? :-)

zastavaskala

Filip Stefanović - 21/6/2009 - 16:15


Errata corrige: scusate, la Skala 55 non è più in produzione, ma se non sbaglio in Serbia nelle concessionarie si possono ancora trovare le ultime della serie.

Filip Stefanović - 21/6/2009 - 16:19


Quasi quasi ci fo un pensierino! :-) Però ti devo correggere, Filip: la Skala è la copia della 128, non della 127!

Riccardo Venturi - 21/6/2009 - 16:59


E bravo Riccardo. :-)

Filip Stefanović - 21/6/2009 - 22:41


questa canzone è spettacolare, mi spiace solo di non conoscere la lingua!

chiara - 2/4/2010 - 11:44


Io conosco la lingua... e la storia di questo paese magnifico.

Questa canzone mi fa letteralmente venire i brividi... e comprenderne al volo le parole conoscendo le storie della Jugoslavija lascia una sensazione particolare: nostalgia, commozione...un po' anche di rabbia.

Hanno distrutto il paese più bello del mondo... :(

Politici maledetti.

Andrea - 30/4/2010 - 10:18


Vi ringrazio di avermi ricordato di questa stupenda canzone!!!
Mi ricorda i tempi d'infanzia quando i miei nonni materni giravano con la ''Stojka'', quelli paterni con la Yugo e invece i genitori con la ''Fićo''...

Nina (system_hc_pu@hotmail.com)

23/2/2011 - 14:08


Un'altra automobile storica per la Jugoslavia, sempre prodotta dalla Zastava, è stata la famosissima Fićo (si legge "fìcio"), oppure Fića (si legge "ficia" e guardate di leggere bene), oppure ancora Fiček.

ficio


Era, naturalmente, la replica della Fiat 600 (e 750) prodotta a Kragujevac dopo l'accordo con la Fiat del 1953. La Zastava 600 fu cominciata a produrre nel 1955, in contemporanea col modello italiano; ma se in Italia la produzione cessò nel 1969, in Jugoslavia andò avanti fino al 1985.

La Zastava 600/750/850 è un altro simbolo della ex Jugoslavia. Era veramente una all-purpose car. Quando andai la prima volta in Jugoslavia (nel 1988), ancora era comunissimo vedere le pattuglie della Milicija (la polizia militare federale) girare in Seicento:

zastmil


Un'altra immagine purtroppo comunissima è stata, ai tempi delle guerre jugoslave e degli assedi di Vukovar e Osijek, vedere i carri armati che schiacciavano senza pietà le automobili; e la maggior parte di queste erano, naturalmente, Zastava. Ho cercato inutilmente un allora famoso filmato in cui si vedeva un tank accanirsi proprio contro una Zastava 600 riducendola a una sogliola di lamiere contorte; come se in quell'immagine volesse davvero schiacciare la Jugoslavia intera e quel che era stata. Quelle immagini non devono essere passate inosservate, se a Osijek (la città della Slavonia sottoposta a assedio nel 1991/92 assieme a Vukovar) è stata realizzata una curiosa e bella installazione, in cui la Zastava 600 si prende la rivincita sul carro armato e lo affonda inesorabilmente:

fichotank

Riccardo Venturi & Treggia's Blog - 21/12/2013 - 10:30


PS Per Lorenzo: La foto che hai messo a suo tempo, scattata nel 2007 a Zemun, non è di una Yugo: è un'altra delle più famose vetture jugoslave, la Zastava 101 (replica un po' modificata della 128).

Il Treggia's Blog - 21/12/2013 - 10:40


Ops... d'accordo. Non sono un esperto però anche in quella c'è scritto Yugo dietro... mi sa che ci sono stati diversi modelli di Yugo, quella della canzone è la Yugo 45 (copia della 127) credo che la copia della 128 in Jugoslavia si chiamasse anche Yugo 128.

21/12/2013 - 10:53


Sì, a un certo punto, visto il successo della dicitura "Yugo" (anche all'estero: le Yugo 45 spopolavano in Grecia, a Cipro, persino in Spagna), questa fu estesa a tutti i modelli. Resta però la Zastava 101, la "vera" centoventotto jugoslava col baule modificato (una delle duecentomila macchine che ho guidato, ne noleggiai una una volta per due giorni vicino a Knin, e andava benissimo). Bisognerà dire anche qualcosa sulla fine della Zastava, o meglio "Zavodi Crvena Zastava", ovvero "Stabilimenti Bandiera Rossa". E' un'azienda antichissima: nacque nel 1853 a Kragujevac come fabbrica d'armi, e tale rimase fino al 2° dopoguerra quando cominciò a produrre, in piena Jugoslavia comunista, automezzi militari americani su licenza: un camion Ford e la famosissima jeep Willys. Nel 1953 ci fu l'accordo con la Fiat che riempì i Balcani di repliche della 600 e della 128 (e della Yugo 45). L'accordo è terminato nel 2011, quando la Fiat ha inglobato totalmente le linee di produzione di Kragujevac per produrvi la "500 L". Da 2 anni la Zastava è tornata a fabbricare solamente armi. Ne dovremmo parlare qui dentro anche perché la mitraglietta con la quale sono stati fatti fuori i due militanti di Alba Dorata, il 1° novembre scorso, è una Zastava. Salud!

Il Treggia's Blog - 21/12/2013 - 12:16


Domandaccia: E se si facesse un percorso "Antiwar Cars / Automobili contro la guerra"? Penso ovviamente a questa canzone, ma anche a Johnny I Hardly Knew Ye con tutta la storia della Seat Altea...e magari a altre che ora mi sfuggono ma nelle quali c'entrano delle macchine?...

Riccardo Venturi - 21/12/2013 - 12:57




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