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Στὸν Νικηφόρο Μανδηλαρᾶ

Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης


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Ston Nikifóro Mandilará
theodypografi
[1971]
Στίχοι: Αλέκος Παναγούλης
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη εκτέλεση: Μίκης Θεοδωράκης

Testo: Alekos Panagoulis
Musica: Mikis Theodorakis
Primo interprete: Mikis Theodorakis

Lyrics: Alekos Panagoulis
Music: Mikis Theodorakis
First performed by: Mikis Theodorakis

Si veda anche la pagina dedicata a Τα τραγούδια του αγώνα.


Mikis Theodorakis. Μίκης Θεοδωράκης.
Mikis Theodorakis. Μίκης Θεοδωράκης.
Alekos Panagoulis. Aλέκος Παναγούλης.
Alekos Panagoulis. Aλέκος Παναγούλης.





Atene, 21 aprile 1967: i "colonnelli" guidati dai fascisti clericali Georgios Papadopoulos e Dimitrios Ioannidis, appoggiati apertamente dalla CIA, dal governo americano e dal re Costantino II, che sin dal 1965 ha preparato loro il terreno, depongono il governo greco liberamente eletto con un sanguinoso colpo di stato, cui segue una terribile repressione. Particolarmente colpita è l'élite intellettuale greca, quasi interamente democratica e schierata a sinistra. I più grandi nomi della cultura greca, tra i quali i poeti Yannis Ritsos, Yorgos Seferis e Nikifóros Vrettákos finiscono dietro le sbarre, oppure confinati in isole sperdute, oppure in esilio.
Il 13 agosto dello stesso anno uno studente anarchico, Alexandros (Alekos) Panagoulis (nato nel 1939), commette un fallito attentato contro Papadopoulos. Imprigionato, torturato e condannato a morte nel novembre 1968, diverrà il simbolo stesso della resistenza alla dittatura greca. Il suo processo si trasforma in un atto d'accusa contro lo spietato e oscurantista regime militare, e la condanna a morte non viene eseguita per le fortissime pressioni internazionali sulla giunta ellenica.
Panagoulis rimane in carcere in completo isolamento fino al 1973, quando la dittatura è oramai morente. Con la strage al politecnico di Atene (17 novembre 1973) e con la disfatta a Cipro dell'estate del 1974, la giunta crolla e la democrazia torna in Grecia dopo sette anni terribili.
Nel 1974 Panagoulis, che in carcere ha scritto di tutto, pubblica in Italia il libro "Vi scrivo da un carcere in Grecia". Sboccia lì la sua celebre love-story con la giornalista italiana Oriana Fallaci, di cui si parla nel suo celebre "Un uomo". E quasi verrebbe da immaginarsi Panagoulis che si rivolta nella tomba pensando alla successiva "evoluzione" del pensiero della Fallaci.
Nel 1976 Panagoulis muore, alla guida della sua Fiat 131 verde, in un misterioso incidente stradale al Pireo, che molti considerarono e considerano tuttora un sabotaggio e un omicidio politico.
Molte delle composizioni scritte da Panagoulis in carcere sono state messe in musica da un altro grande greco che dovette subire le persecuzioni della dittatura fascista: Mikis Theodorakis.

Nikiforos Mandilaràs (1928-1967). Νικηφόρος Μανδηλαράς (1928-1967).
Nikiforos Mandilaràs (1928-1967). Νικηφόρος Μανδηλαράς (1928-1967).


In un primo momento, avevamo pensato che la poesia/canzone fosse dedicata al grande poeta Nikiforos Vrettakos; la consueta e dettagliata precisazione di Gian Piero Testa ci permette invece di attribuirla al vero destinatario: Nikiforos Mandilaras, che fu tra le prime vittime della dittatura dei Colonnelli.

Nikiforos Mandilaras, nato a Naxos nel 1928, era un avvocato impegnato politicamente. Assieme ai colleghi Evangelos Giannopoulous e Stavros Kannelopoulos aveva fondato la Ένωση Δημοκρατικών Δικηγόρων Ελλάδος (Unione degli Avvocati Democratici di Grecia); durante la sua attività professionale aveva difeso numerose persone accusate di reati politici e di opinione. Non era però di idee estremistiche: nelle elezioni previste per il maggio del 1967 si era candidato per la Ένωση Κέντρου (Unione di Centro) di Georgios Papandreou e Sofoklis Venzelos. Elezioni che non si svolsero, in quanto il 21 aprile intervenne il colpo di stato militare fascista dei Colonnelli.

Temendo per la propria vita, il 17 maggio 1967 Nikiforos Mandilaras s'imbarcò di nascosto sulla nave VITA-R, per raggiungere Cipro; ma cinque giorni dopo il suo cadavere fu ritrovato da alcuni lavoratori portuali sulla spiaggia di Gennadios, sull'isola di Rodi.

Secondo le autorità, il capitano della nave, Petros Potagas, aveva gettato in mare Mandilaras con un salvagente per evitare che fosse catturato a bordo; saltando dalla nave, Mandilaras si sarebbe ferito alla testa e sarebbe annegato. In realtà, secondo precise testimonianze (ed alcune fotografie del corpo), Mandilaras sarebbe riuscito a raggiungere vivo la costa, dove invece fu catturato ed assassinato. Le ferite alla testa sono evidenti, ma aveva anche un foro da arma da fuoco nel petto; inoltre sanguinava da un orecchio, cosa impossibile se fosse effettivamente annegato. Ne seguì un processo, dove il capitano Potagas fu condannato ad una pena irrisoria (un anno di reclusione) per omicidio colposo; Potagas era comunque già fuggito in Sudafrica, dove non molto tempo dopo morì in un incidente stradale. Dopo la caduta della dittatura, il processo non poté comunque essere riaperto e rivisto.
Μαθαίνοντας τὸν θάνατό σου
δὲν μπόρεσα νὰ κλάψω.
Στριφογύριζα
στὸ κρεβάτι τοῦ Νοσοκομείου.
Δάγκωνα τὶς κουβέρτες μὲ λύσσα,
θυμόμουνα τὴν τελευταία μας συνάντηση.
Δὲν θὰ τολμήσουν, ἔλεγες.
Δὲν ἔχουν ἄλλο δρόμο, σ' ἀπαντοῦσα.
Αὐτὸς ὁ δρόμος θἄναι ὁ τάφος τους,
φώναζες μὲ πίστη.
Ναὶ, Νικηφόρε, θἄναι ὁ τάφος τους.
Αὐτὴ τὴν υπόσχεση σοῦ δίνουμε
ἀντί γιὰ μνημόσυνο.

inviata da Riccardo Venturi





Trascrizione fonetica di massima del testo originale:
STO NIKJIFORO MANδILARA

Maϑéno(n)das ton ϑánató su
δen bóresa na klápso.
Strifojýriza
sto kreváti tu nosokomíu.
Dángona tis kuvértes me lýssa
ϑymómuna tin teleftéa mas syná(n)disi.
δen ϑa tolmísun, élejes.
δen éχun álo δrómo, s'apa(n)dúsa.
Aftós o δrómos ϑáne o táfos tus,
fónazes me písti.
Ne, Nikjifóre, ϑáne o táfos tus.
Aftí tin ypósχesi su δínume
a(n)dí jia mnjimósyno.

inviata da Riccardo Venturi - 3/5/2006 - 15:05




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi (2004).
A NIKIFOROS MANDILARÀS [1]

Quando ho saputo della tua morte
non ho potuto piangere.
Mi rigiravo
nel letto dell'ospedale.
Mordevo le coperte con rabbia,
Mi ricordavo del nostro ultimo incontro.
"Non ne avranno il coraggio", dicevi,
"non hanno altra strada", ti rispondevo.
"E quella strada sarà la loro tomba!",
gridavi, pieno di fiducia.
Sì, Nikiforos, sarà la loro tomba.
E questa promessa te la facciamo
invece di una messa da requiem.
[1] Corretta e integrata il 7 maggio 2017.



Lingua: Inglese

Versione inglese di Riccardo Venturi (2004)
TO NIKIFOROS MANDILARAS [1]

When I learned about your death I couldn't cry.
I turned
and turned around in my hospital bed.
I bit the blankets in my hospital,
I remembered our last meeting.
"They won't dare to do it", you said,
"That's the only way they have", I answered.
"And this way will be their grave!",
you shouted, so self-confident.
Yes, Nikiforos, it will be their grave.
And we make you this promise
instead of a requiem.
[1] Corrected and integrated on May 7, 2017.



Lingua: Tedesco

Traduzione tedesca (30.5.2016) di Balinger
Deutsche Übersetzung (30.5.2016) von Balinger
Μετέφρασε στα γερμανικά (30.5.2016) o Balinger
FÜR NIKIFOROS MANDILARAS

Als ich von deinem Tod erfuhr
konnte ich nicht weinen.
Ich wälzte mich auf dem Bett
im Krankenhaus hin und her.
Ich erinnerte mich an unsere letzte Begegnung.
Sie werden es nicht wagen, hast du gesagt.
Sie haben keinen anderen Weg, habe ich dir geantwortet.
Dieser Weg wird ihr Grab sein,
hast du voller Überzeugung gesagt.
Ja, Nikiforos, er wird ihr Grab sein.
Dieses Versprechen geben wir dir
anstatt einer Totengedenkfeier.

inviata da Riccardo Venturi - 7/5/2017 - 20:02




Lingua: Neerlandese

Versione neerlandese (olandese/fiamminga), dal sito dello Strijdkoor Kontrarie.

Nota: Sulla versione ho eseguito alcune correzioni, in quanto il traduttore non aveva evidentemente capito alcuni punti dell'originale. [RV]
AAN NIKIFOROS MANDILARAS

Toen ik je dood vernam kon ik niet wenen.
Ik wrong me van verdriet rond mijn hospitaalbed.
Ik dacht aan onze laatste ontmoeting.
‘Ze zullen niet durven’, zei je Nikiforos.
‘Ze hebben geen andere uitweg’ weerlegde ik.
‘Die uitweg zal hun ondergang zijn’
riep je uit vol zelfvertrouwen.
Ja, Nikiforos, het zal hun ondergang zijn!
En deze belofte geven we je
in plaats van een zielmis.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Esperanto

Versione in esperanto di Nicola Ruggiero
Versio en esperanto de Nicola Ruggiero

(1971)
Teksto de Alekos Panagoulis
Muziko de Mikis Theodorakis


Ateno, la 21an aprilan 1967a: la "koloneloj" gvidataj de la klerikaj faŝistoj Papadopoulos kaj Ioannidis, subtenataj de CIA kaj de la usona registaro, eksigis la grekan registaron libere elektitan per sanga ŝtatrenverso, kiun sekvos poste terura subpremado. Ege trafita estis la intelektula elito greka, inter kiuj la poetoj Yannis Ritsos, Yorgos Seferis kaj Nikiforos Vrettakos, estas enkarcerigitaj, aŭ izoligitaj en malproksimegaj insuloj, aŭ ekziligitaj.
La 13an de Aŭgusto de la sama jaro, anarĥista studento, Alexandros (Alekos) Panagoulis (naskita en 1939a), plenumas sensukcesan murdatencon kontraŭ Papadopoulos. Enkarcerigita, torturita kaj mortkondamnita en Novembro 1968a, li iĝos la simbolo mem de la rezistado kontraŭ la greka diktaturo. Lia proceso transformiĝas en akuza ago kontraŭ la senkompata kaj obskuranta milita reĝimo, kaj la mortkondamno ne estos plenumita pro la fortegaj internaciaj premoj.
Panagoulis restis en karcero en tuta izolado ĝis la 1973a, kiam la diktaturo estas jam mortanta. Post la masakro ĉe la politekniko de Ateno (17an de Novembro 1973a) kaj post la malsukceso en Kipro dum la somero de 1974a, la registaro falas kaj la demokratio revenas en Grekion post sep jaroj teruraj.
En 1974a Panagoulis, kiu en karcero skribis ĉiel, publikigas en Italio la libron "Mi skribas al vi el Grekia karcero". Ekfloras tie lia fama amrilato kun la itala ĵurnalistino Oriana Fallaci, pri kio oni parolas en libro "Un uomo" ["Homo"].
En 1976a Panagoulis mortas, dum li stiris sian Fiat 131 verdan, en mistera strata akcidento en Pireo, kaj multaj konsideris kaj konsideras eĉ nuntempe ke tio kio okazis estis sabotado kaj politika murdo.
El la skribitaj verkoj de Panagoulis multon muzikigis de alia granda greko kiu estis persekutita de la faŝista diktaturo: Mikis Theodorakis.
Jen tio kio estis skribata por la morto de Nikiforos Mandilaras.

(Riccardo Venturi, trad. Nicola Ruggiero)
AL NIKIFOROS MANDILARAS

Kiam mi eksciis pri via morto mi ne povis plori.
Mi turniĝis en la lito de l' malsanulejo.
Mi memoris pri nia lasta renkontiĝo.
"Ili ne kuraĝos", vi diris,
"Ili ne havas alian straton", mi respondis.
"Kaj tiu strato estos ilia tombejo",
vi kriis, plena je fido.
Jes, Nikiforos, ĝi estos ilia tombejo.
Kaj tiun ĉi promeson ni faras
anstataŭ fari rekvieman meson.

inviata da Nicola Ruggiero - 21/4/2006 - 01:15


Scusate, ma è sbagliato ritenere che il Nikiforos della canzone sia il poeta Vrettàkos (che morì nel 1990, quindi non per mano dei colonnelli): qui si tratta dell'avvocato nativo dell'isola di Naxos, Nikiforos Mandilaràs, socialista, se ricordo bene, che fu una delle prime vittime della Giunta.
Il testo è di Alékos Panagoùlis - che attentò alla vita di Papadopoulos e conobbe perciò infinite torture e, a liberazione già avvenuta, forse una morte "organizzata". Vedi la sua storia in "Un uomo" di Oriana Fallaci, che alcuni anni fu la sua compagna.
Theodorakis lo musicò durante uno dei confini ( Vrachati, o Zàtuna) o nel carcere di Oropòs tra il novembre 1969 e l'aprile del 1970. Col titolo inequivocabile "Sto Nikìforo Mandilarà" la inserì nella raccolta "Ta tragoudia tou agona" (Le canzoni della lotta) edite a Londra nel 1971.
Cfr Miki Theodoraki: Melopiìmeni pìisi- 1° tomo- Ypsilon Vivlìa, 1997 - 2003 2a Ed. pag.232.

Gian Piero Testa - 4/1/2009 - 19:21


Nikiforos Vrettakos

Nikiforos Vrettakos. Nικηφόρος Bρεττάκος.
Nikiforos Vrettakos. Nικηφόρος Bρεττάκος.


Pur essendo stata correttamente attribuita questa canzone alla figura dell'avvocato Nikiforos Mandilaras, ci dispiaceva...espellere dalla pagina la figura di un altro grandissimo Nikiforos, il poeta Vrettakos; anche perché della dittatura fascista greca anche lui fu vittima esiliata, ed inoltre diverse sue poesie sono state messe in musica da Mikis Theodorakis.

Nato nel villaggio di Kokees, presso Sparta, il 1° gennaio 1912, Nikiforos Vrettakos pubblicò la sua prima raccolta di poesie nel 1929, all'età di 17 anni. Trasferitosi ad Atene per studiare all'università, la lasciò dopo un solo anno svolgendo i più svariati lavori. Nel 1937 fu assunto come impiegato statale, attività che svolse per trent'anni; combatté però anche nella guerra greco-italiana tra tra il 1940 e il 1941. Nel 1967, al momento del colpo di stato dei Colonnelli, se ne andò in esilio volontario, prima in Svizzera e poi in Italia. Nel nostro paese, a Palermo, collaborò con la locale università alla stesura di quello che ancora adesso è il maggiore dizionario neogreco-italiano; tornò in Grecia alla caduta del regime, nell'estate del 1974.

Nikiforos Vrettakos è considerato tra i maggiori poeti neogreci; fu eletto all'Accademia Ateniese nel 1987. E' morto il 4 agosto 1991.

CCG/AWS Staff - 6/1/2009 - 03:18


Questa pagina (che, statisticamente, è anche la n° 1000 di tutto il sito) è stata corretta e integrata il 7 maggio 2017 sulla scorta del volume originale delle poesie di Alexandros Panagoulis. Mancava un verso, che è stato inserito e tradotto sia nella versione italiana che in quella inglese; il testo originale è stato ritrascritto con il sistema politonico originale. Mi piace ricordare, inoltre, che su questa pagina si è avuto il primo intervento in questo sito di Gian Piero Testa, il 4 gennaio 2009.

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 7/5/2017 - 19:10




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