I Marcabru
Le origini del gruppo
La data di nascita del gruppo è relativamente recente, ma il progetto nasce dalla sinergia di musicisti di lunga esperienza. Il progetto Marcabru prende vita dopo lo scioglimento de I Musici, gruppo fondato circa vent'anni fa e che nel tempo ha sviluppato una personale ricerca sulla musica popolare, soprattutto di matrice celtica, e sulla musica antica (medievale e rinascimentale). L'organico dei Marcabru col passare del tempo ha subito variazioni ed aggiustamenti fino a trovare un assetto stabile che ne delinea anche la svolta stilistica: Fabio Briganti e Marie Rascoussier, già membri deI Musici, assieme Fiorino Fiorini e Fiorenzo Mengozzi, arrangiano melodie tradizionali senza confini geografici o culturali con un gusto decisamente più contemporaneo e sperimentale.
Il dialetto
L’uso del dialetto è una caratteristica che abbiamo ereditato dalla band dalla quale alcuni di noi provengono. I Musici hanno lavorato per molti anni sul dialetto romagnolo collaborando con poeti e attori di valore assoluto, quali ad esempio Raffaello Baldini e Ivano Marescotti; l'ultimo album di quel gruppo, che aveva come titolo "Ciapasogn”, era stato interamente scritto, in dialetto romagnolo, per quanto riguarda i testi, da Fabio Molari, e proprio lo stesso poeta oggi collabora con i Marcabru i quali, accanto all'uso di molte lingue europee antiche e moderne, continuano a musicare poesie scritte nell'antico idioma della loro terra. Ma perché il dialetto?
Forse perché certe cose le puoi comunicare in modo efficace solo usando la lingua dei tuoi antenati.
Le influenze
Difficile dire se i Marcabru si identifichino in un modello o in uno stile, anche perché ognuno di loro ha una propria storia musicale e propri punti di riferimento. Non è semplice definire la musica che propongono; qualcuno l’ha chiamata folk progressivo, altri folk-rock, sicuramente in essa sono state riversate competenze riguardo al folk celtico (irlandese, scozzese, bretone, inglese), ma anche elementi di musica popolare europea, dal nord scandinavo al Mediterraneo, passando per l’Italia; tutto questo arricchito da sonorità sia acustiche che elettriche ottenute con l’uso a volte originale di certi strumenti (ad esempio la tecnica percussiva utilizzata sul basso elettrico). Un tappeto essenziale che unisce tutti questi suoni è rappresentato poi dal didjeridoo, bordone ritmico ed ipnotico che dà un’impronta modale alla loro musica. Che etichetta usare allora? A loro piace definirsi suonatori di “folk randagio”.
L’origine del nome
Marcabru è il nome, in francese, di un trovatore provenzale del XIII secolo, di origini umili, proletarie… uno dei pochi. Fu un importante innovatore all’interno del movimento poetico dei trovatori, in quanto inventò il “trobar clus”, una forma di poesia ermetica del tutto inconsueta per il suo tempo. Per le sue origini, per la sua originalità, per il suo mestiere il gruppo lo ha scelto come proprio antenato e protettore. Inoltre è piaciuta da subito la sonorità della parola stessa: Marcabru (si pronuncia alla francese con l'accento sulla u, anche se l'accento non si scrive).
www.marcabru.com