Roma 30 settembre 1950, cantautore e showman
Vive la sua infanzia in via Ripetta, nel cuore di Roma, Renato Fiacchini, in arte Zero, figlio di un poliziotto e di una casalinga.
Poi la sua famiglia si trasferisce alla Montagnola, una borgata costituita da enormi palazzoni tutti uguali dove è difficile vivere. Soprattutto per chi come lui ha un mondo fatto di sogni, dove è la musica a regnare. Adolescente veste già in modo stravagante attirando su di sé gli sguardi ironici della gente, sfidando i giudizi di chi non perdona.
La sua seconda casa è il Piper di Roma dove incontra alcuni dei suoi amici che si faranno strada nel mondo artistico. È lì che conosce Loredana Bertè, Mia Martini, Patty Pravo, Mita Medici, Stefania Rotolo.
Nel 1964 esordisce al Ciak di Roma e due anni dopo il coreografo Don Lurio lo inserisce nel corpo di ballo Collettoni e Collettine di Rita Pavone. Sempre nel 1966 incide il suo primo 45 giri intitolato Non basta mai.
È il 1969 e Federico Fellini lo vuole per una parte nel suo film Satyricon.
Nel 1970 fa parte del cast del musical Hair in versione italiana e della Rock opera di Tito Schipa jr Orfeo 9.
Firma il suo prima contratto discografico come cantautore con la RCA nel 1972 e nel 1973 esce il suo primo album Non mamma, no! che in definitiva gli servirà come trampolino di lancio per la carriera, anche se non ottiene il giusto riconoscimento dal pubblico.
Vendite poco incoraggianti anche per i successivi Invenzioni del 1974 e Trapezio inciso nel 1976.
Grazie soprattutto alle radio libere, nel 1977, Zero comincia a farsi conoscere con Mi vendo, canzone lancio dell'album Zerofobia che contiene altri brani divenuti famosi come Il cielo, Morire qui, Vivo, e Manichini.
Un successo ancora maggiore arriverà con Zerolandia trainato dal singolo Triangolo, un brano divertente e originale che ironizza sui rapporti non proprio tradizionali.
I fan salgono di numero e iniziano i suoi variopinti e affollati concerti. Nasce Zerolandia, il grande tendone itinerante dove, ogni sera dei suoi concerti, arrivano migliaia di sorcini. Esplode così in tutta Italia la Zerofollia.
Raggiunge gli apici del suo successo nel 1979 quando pubblica EroZero. L'album e l'estratto Il carrozzone conquistano i vertici delle classifiche di vendita.
Nel 1980 esce Tregua che contiene il famoso pezzo Amico realizzato in collaborazione con Dario Baldan Bembo. Documento dei concerti dell'artista è poi il live Icaro, del 1981 a cui fanno seguito Artide e Antartide (1981) e Via Tagliamento 1965-1970 edito nel 1982. Nello stesso anno partecipa all'edizione di Fantastico dove lancia Viva la Rai e Soldi.
Nella metà degli anni Ottanta la sua carriera discografica subisce una flessione. Ma è questione di pochi anni. Nel 1991 partecipa al Festival di Sanremo con Spalle al muro, scritta per lui da Mariella Nava, e ottiene dal pubblico un lungo e caloroso applauso. Questo brano segna la rinascita e il definitivo ritorno agli alti livelli di fama e di successo popolare. É anche l'anno di Prometeo.
Seguono poi La coscienza di Zero (1991), Quando non sei più di nessuno (1993). Questo è anche l'anno della nascita del progetto Fonopoli che convince Renato Zero a ripensare la sua decisione di abbandonare le scene. Per promuovere l'iniziativa si esibisce ancora sul palcoscenico del Teatro Ariston ottenendo un grande successo con il brano Ave Maria. Fonopoli è il giusto punto di arrivo - ma anche di partenza - del suo coraggioso percorso all'insegna della fiducia nei giovani, ma soprattutto nella gente comune che da sempre ispira la sua musica.
Dopo arrivano L'imperfetto (1994), Sulle tracce dell'imperfetto (1995), Zero 70 (1997), Amore dopo amore (1998) e Amore dopo Amore Tour dopo Tour (1999).
Nel gennaio 1999, durante una conferenza stampa nella Sala Rossa del Campidoglio, il progetto definitivo di Fonopoli viene ufficialmente consegnato al Sindaco di Roma Francesco Rutelli e alla fine dello stesso anno parte la fase esecutiva dei lavori.
Nella primavera del 2000 Renato Zero conduce su Raiuno Tutti gli zeri del mondo, un programma in quattro puntate che racconta in chiave onirica, attraverso un viaggio fantastico, la vita del grande artista.
HANNO DETTO
Renato Zero: Perchè sorcini? Una volta ero a Viareggio e c'erano dei ragazzini che mi venivano dietro con il motorino. Correvano e si muovevano così velocemente da sembrare dei sorci. Ho detto questo a un giornalista che ha colto l'apprezzamento. Da quel momento i miei fan sono diventati "sorcini".
Eddy Ponti: Quando l'originalità, diciamo anche l'eccentricità, è talento, allora diventa alternativo. Quando qualcuno è stato, come scrive in un suo pezzo, per venti anni chiuso in un barattolo, vent'anni suoi, della sua vita, e i tremila secoli della nostra, come razza umana, in un barattolo di conformismo della cosiddetta civiltà, si stanca, rompe il barattolo e decide di vivere come vuole, come è. Una verità che manca a quasi tutto il genere umano. Nessuno ha il coraggio di essere quello che è. Ha il coraggio qualche artista, qualche raro artista che sa vivere la sua arte, la sua poesia, la sua musica, ed è il caso di Renato Zero.
Così, nell'estate del 1973, Eddie Ponti introduce il concerto di una artista romano che pochi conoscono. Renato Zero.
http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/9001/900199.htm