E.A. Mario, il cui vero nome era Giovanni Gaeta, nacque a Napoli il 5 maggio del 1884, al vico Tuttisanti nel popoloso quartiere Vicaria. Le condizioni precarie della famiglia, il padre era barbiere, sembravano precludergli gli studi. Nonostante, però, egli lavorasse come garzone nella bottega del padre, riuscì a prendersi la licenza elementare, ma dovette arrendersi, per mancanza di fondi, alla frequenza dell'Istituto nautico. All'età di quindici anni, Giovannino lasciò la bottega paterna e s'impiegò come postino in un ufficio postale di piazza Garibaldi. Segretamente, però, cominciava a strimpellare ed a scrivere versi, nonché articoletti su giornali, finché un giorno non ebbe un incontro che gli cambiò, letteralmente la vita. Era il 1904, Giovanni aveva solo vent'anni, nel suo ufficio postale capitò l'illustre maestro Segré al quale tentò di consegnare una lirica. Tentativo a vuoto. Ma il giorno dopo gli consegnò i versi di Cara Mammà; Segré entusiasta la pubblicò. Giovanni Gaeta pero, non volle firmarla col suo nome e scelse lo pseudonimo di E. (iniziale di Ermes come si firmava al giornale), A. (iniziale di Alessandro, redattore capo del suo giornale) e Mario (nome di una scrittrice polacca che dirigeva il giornale "Il Ventesimo"). Dopo alcune canzoni musicate da altri, E.A. Mario decise di musicarle in proprio, nacquero così: Maggio, si' tu, Funtana all'ombra e Io 'na chitarra e 'a luna. Al grande pubblico nazionale, E.A. MArio, regalò La leggenda del Piave. Giovanninno divenne anche editore di se stesso e ogni anno pubblicava un fascicolo di articoli intrisi di polemiche, contro tutto e tutti. La morte lo colse il 24 giugno 1961. Nel 1984, primo centenario della sua morte, Mario Gili ha pubblicato, in una serie limitata di mille esmplari, la raccolta "Funtane e funtanelle", poesie inedite che E.A. Mario affidò a Ottavio Nicolardi, figlio di Edoardo e suo genero, poco prima di morire.