Impegno morale e artistico sono le impronte caratteristiche di quest'artista, che dice di se' di non essere un cantante, ma un uomo che canta. Il suo atteggiamento anti divistico (nonostante il grandissimo successo di "Io che amo solo te" e della vittoria al Festival di Sanremo del 1968 con "Canzone"), lo porto' a preferire la vicinanza di poeti ed intellettuali come Paoli, Pasolini e Rodari, con i quali collaboro' anche alla stesura di alcuni suoi testi. I suoi esordi si ricollegano, in modo quasi "naturale", alla poetica realistica che accomunava la "scuola genovese" e che il cantautore istriano (nato a Pola nel 1933) accetto' in toto.
In un'intervista del 1995 che fa riferimento appunto ai suoi primi periodi, Endrigo dice di se': "Non so da dove venisse l'ispirazione delle mie canzoni (...) io credo che affondassero nella mia malinconia austro-ungarica che ha qualcosa in comune con la saudade brasiliana: la consapevolezza della perdita dentro l'intensita' di una emozione". Purtroppo oggi, il boicottaggio nei suoi confronti da parte di critici e discografici ha reso quasi introvabili i suoi ultimi e grandi lavori, costringendolo, quasi, ad
un'assurda condizione da "zombie".
Uno stile caratterizzato dall'esperienza del dolore, a cui s'affiancano precise domande politiche sulle responsabilita' collettive come nella "Ballata dell'ex". Solo recentemente, Sergio Endrigo, disgustato dall'atteggiamento della sua casa editrice (solo 1.500 copie stampate del suo ultimo disco e nessuna promozione dello stesso), ha annunciato il ritiro dalla scena musicale. Importante rimane la sua passione per i ritmi brasiliani (in America Latina e' un personaggio popolare) e le sue collaborazioni con i piu'
importanti artisti del Sud del continente americano.
A conclusione, una sua semi-ironica presentazione: "Parlando di me, mi piace la calma, la buona
tavola, i buoni amici, i buoni libri, la pesca subacquea, i francobolli, le armi antiche, gli animali, i luoghi non affollati. Non mi piacciono i dritti, i disonesti, i dilettanti presuntuosi, le salse agrodolci, i seccatori, gli invadenti, gli animali che mordono. Amen".
(da Bielle)
Sergio Endrigo รจ morto a Roma il 7 settembre 2005.