Insolvibile, storia di un bolzanino che rinunciò al successo
di Fabio Zamboni
da L'Alto Adige local, 15 gennaio 2011
Di musicisti che ci hanno provato e che non ce l'hanno fatta - chi per mancanza di talento, chi per mancanza di fortuna, oppure anche solo per eccesso di concorrenza e scelte fatte dal mercato al posto loro - l'Italia è strapiena. Basti pensare alle dozzine di concorsi, alle migliaia di dischi finiti al macero, e al moltiplicarsi di talent show per capire quanti sono quelli che, appunto, ci provano e quanto pochi siano invece quelli che arrivano al successo. Di musicisti che invece alla possibile carriera abbiano rinunciato volontariamente e improvvisamente dopo aver vinto un concorso e dopo aver iniziato ad apparire in tv e cantare in concerto ce ne sono davvero pochi. Ecco perché la storia del bolzanino Emilio Insolvibile va raccontata nei dettagli. Partendo dal 1967, quando emerse nella finale di Castrocaro, e arrivando ad oggi, cioè al momento in cui ha deciso di rimettersi a cantare dopo 40 anni di silenzio, ridando vita alle sue canzoni con la collaborazione di un'ottima band bolzanina con cui debutterà sabato prossimo 22 gennaio alla sala ExNovo del Masetti. Emilio Insolvibile, classe 1945, oggi pensionato, nel 1967 incise un album intitolato ambiziosamente "Amore, guerra e società": da cantautore di razza, cantava l'amore ma anche l'impegno pacifista: "Erano gli anni del Vietnam - ci racconta - e le mie idee erano influenzate dai primi fermenti che poi portarono al Sessantotto. Quindi armato di voce e chitarra, incisi una dozzina di canzoni che una casa discografica milanese mi pubblicò, ottenendo un discreto successo. Poi qualcuno, di nascosto, credo mia sorella ma non ne sono ancora sicuro, mi iscrisse al concorso di Castrocaro, dove approdai alla finale a otto dopo una selezione fra 15 mila iscritti. Vinsi un contratto con una casa discografica. Nel frattempo, varie apparizioni in tv, una volta anche presentato da Pippo Baudo, e l'offerta da parte della Rai di condurre una trasmissione per ragazzi. Ma quando fu il momento di incidere il secondo LP e mi ritrovai in sala di registrazione scoprendo di dover utilizzare delle basi musicali che non mi piacevano, piantai tutto e dissi basta. A tutto: proseguii gli studi, diventando poi direttore commerciale dell'azienda bolzanina Gritti".
Ma dove nasceva la passione per la musica?
"L'avevo scoperta grazie al Festival studentesco: le mie doti di musicista e intrattenitore mi portarono a collaborare alla Rai locale a trasmissioni radiofoniche con Ettore Frangipane, e con personaggi d'epoca come il Checo de la Portela e Sergio Modesto. "Dalle Dolomiti al Garda", si chiamava il programma più popolare".
Poi Castrocaro, una promessa di carriera, e il gran rifiuto. Più nulla sino ad oggi?
"La mia carriera durò meno di tre anni, nel corso dei quali cantai una dozzina di volte su palchi interessanti come quelli delle Feste dell'Unità in varie località italiane. Una volta accanto a Patti Pravo, un'altra prima di Ricky Maiocchi. Ma anche alla Rai di Roma chiusi subito quando non mi garantirono che la sigla del programma che dovevo condurre sarebbe stata quella che avevo scritto e proposto io. Dal 1970 più nulla fino al 2008, quando alcuni amici di Bolzano che si ricordavano dei miei trascorsi, mi coinvolsero facendomi cantare ogni tanto con loro. Poi è arrivato Michele Ometto (uno dei migliori e più attivi chitarristi altoatesini, ndr) che ha scoperto le mie vecchie canzoni decidendo di rimetterle in vita. E pensare che io non avevo più neanche una copia del mio vecchio long-playing: un amico ne aveva trovata una in un autogrill fra le rimanenze buttate a caso in una cesta di offerte speciali".
E così arriviamo a "Emilio & Gli Insolvibili".
"Eh sì: abbiamo battezzato così la band che Michele Ometto ha messo assieme creando una situazione di grande umanità oltre che di grande musicalità. Una band formata da Maurizio Conta basso, Niccolò Fornasini flauto e mandolino, Vito Mongelli tastiere e fisarmonica, Michele Ometto chitarre, Davide Ropele batteria, Claudia Zadra voce e piccole percussioni. Con loro le mie canzoni sono rinate. Se abbiamo fatto bene, se ne valeva la pena, lo dirà il pubblico, il 22 gennaio al Masetti e poi, speriamo, in altri concerti.".
Michele Ometto: ma funzionano ancora canzoni così datate?
"Beh, io sono rimasto colpito prima di tutto dal coraggio che ho trovato nei testi di quelle canzoni, una addirittura contro il servizio militare. E comunque come musicista sono poi stato affascinato proprio dalla sfida di dover dare un vestito nuovo e prezioso a melodie affidate solo a voce e chitarra. E' stato un lavoro di gruppo, tutti i musicisti della band ci hanno messo qualcosa, creando un feeling creativo davvero speciale. Abbiamo rispettato le melodie originali senza snaturare la sostanza delle canzoni. E siamo così soddisfatti che abbiamo deciso di incidere il nostro lavoro. Stiamo troppo bene assieme per disperdere subito il risultato senza immortalarlo in un cd". "Hanno fatto un lavoro di arrangiamento assolutamente miracoloso - dice entusiasta Insolvibile -. I pochi che ricordano la versione originale faranno fatica a riconoscere certi brani che hanno acquistato una nuova luce. Al Masetti forse proietteremo anche delle diapositive d'epoca, di sicuro gireremo un video per realizzare poi un dvd".
E questo nuovo debutto dopo 40 anni? Più emozionato nel '67 a Castrocaro o sabato prossimo al Masetti?
"Non ho dubbi: Sabato prossimo".
(V. Introduzione alla canzone "Storia di guerra")