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Nato e cresciuto all'estrema periferia di Reggio Calabria, Francesco “Kento” Carlo ha mosso i primi passi negli anni delle guerre di ‘ndrangheta ma anche delle ultime grandi lotte sociali condotte dal PCI nei quartieri popolari della città. Nel suo DNA musicale i cantastorie dialettali e il loro epos minore in rima, tra i primissimi ascolti consapevoli i cantautori italiani ed il boombap rivoluzionario dei Public Enemy, che all'inizio del ginnasio vengono affiancati dal reggae: un amore che - molti anni dopo - sarà consolidato e chiarito da esperienze di viaggio in Giamaica e contatti con studiosi del misticismo Rastafariano. Nella prima metà dei '90, l'attivismo nel movimento studentesco e come militante nella sinistra antagonista hanno come conseguenza quasi naturale l'approccio al microfono: sono infatti gli anni delle Posse e del rap combattente, un'eredità rivendicata tuttora ed idealmente proseguita da Kento nell'album d'esordio solista, “Sacco o Vanzetti”, in uscita nel 2008. Ma prima c'è stato tempo per importanti esperienze musicali, tra cui quella (conclusa) con la compagine romana de Gli Inquilini, che, tra il 2003 e il 2007, ha prodotto 4 album e quella (tuttora in corso) con i reggini Kalafro Sound Power , in un progetto tra l'hiphop e il reggae il cui disco d'esordio, “Solo l'Amore”, ha visto la luce nell'estate 2007. C'è stato tempo anche per abbandonare – a malincuore - Reggio in favore di Roma, per live in ogni angolo d'Italia, tempo per finire gli studi. Tempo per trasformare la passione per il cinema in un lavoro serio, tempo per rinunciare consapevolmente ad occasioni luccicanti. Tempo per sbagliare e per costruire forti certezze. Tempo per crescere. Tempo per scrivere.