Nacque al mondo della canzone come cantantina acqua e sapone, carina, graziosina, piccina. Il classico prodotto sanremese. E a Sanremo e' andata spesso con buon successo (partecipa a sei Festival, dal 1966 al 1973 con : "Una rosa da vienna" (1966), "Quando m'innamoro" (1968), "Taxi" (1970), "Il dirigibile" (1971), "Era bello il mio ragazzo" (1972), "Mi sono chiesta tante volte" (1973). A un certo punto (in piccolo ripercorrendo il cammino di Dario Fo) ha dato un calcio a tutto quanto e si e' messa a fare canzoni popolari, canzoni di lotta e a esibirsi fuori dai circuiti ufficiali. La scelta fu un assoluto suicidio commerciale. Pubblica ben sette album, dedicati a rivisitazioni di canzoni popolari o vere e proprie "operine" dedicate alla donna. Ci restano delle canzoni di assoluto valore, sia storico che musicale. Le canzoni non sono sue ma di altri due illustri sconosciuti: testi di Pier Paolo Preti e musiche di Gianni Guarnirei. I cognomi, tutti della bassa lombarda e l'ambientazione del disco rendono a meraviglia la realta' operaia di quegli anni. La Lombardia, prima che terra di "padroncini" e' stata una grande terra operaia e la bassa padana e' storicamente rossa, come la vicina Emilia. Nonostante il rischio di retorica sempre presente nel trattare questi argomenti mi sembra che ci si trovi di fronte a un esempio assolutamente riuscito di coniugare musica di impianto popolare, con pochi strumenti e la chitarra acustica dominante, e vocalita' che prende spunto direttamente dai canti della mondine e delle canzoni di lotta. Viene in mente Giovanna Daffini o Sandra Mantovani come referenti più vicino, ma anche le ricostruzioni sul campo e le ricerche di Leydi o Michele Straniero.
Il suo ultimo album (a tutt'oggi) è "Maria Bonita" del 1986, un'operazione nuova per i tempi, un racconto unico sulla condizione sociale nel sudamerica, realizzato con Bardotti.