Gian Piero Testa ? Della sua non lunga e nemmeno breve esistenza non c’è un gran che da raccontare. Non ha mai scritto libri e nemmeno una poesia. Non sa suonare uno strumento e non sa leggere la musica. Non ha mai rubato eppure non è mai stato dentro. Non ha un sacco di soldi, ma quelli che ha finora gli sono bastati. Non ha ancora fatto il giro del mondo, ma solo qualche minuscola tappa. Ha avuto una sposa. Non ha figli. Ha un fratello e una sorella che gli vogliono bene. Ha diversi amici che gli vogliono bene. Ha una gatta grassotta alla quale vuole un gran bene.
Ha anche un buon numero di anni: gliene mancano due ai settanta.
***
E dopo lunga e meditabonda pausa contrassegnata dalla spaziatura e dai tre asterischi, ammette: non ha più compagni. Ne ha avuti, a milioni nel mondo, ma non è tanto sicuro che lo fossero tutti.
Per venticinque anni, fino al 1987, ha avuto la tessera del PCI. Per dodici anni ha diretto il Sindacato scuola CGIL di Como senza sputtanarlo. Da dieci anni non se la sente di votare per nessuno e assai gli brucia di non poter essere un cittadino pleno iure.
Ha studiato al Liceo Classico di Como e poi alla Statale di Milano, dove senza affrettarsi si è laureato con una tesi in Storia Medievale. Una tesi che, a rileggerla, andrebbe rifatta da capo a piedi, ma che allora gli procurò addirittura la lode.
Ha fatto la naja semplice tra gli Alpini e poi ha insegnato lettere nelle scuole. Qualche anno di Medie, poi i Licei (Classico e Scientifico) e – dopo la lunga e faticosa parentesi sindacale – il Professionale.
Adesso è in pensione e vive con la sua gattona dalle parti di Como, che non è la sua città di nascita (quella è Novara), ma di adozione. Come Candide coltiva un suo giardino, grande come un fazzoletto.
Ha letto, ascoltato e guardato tutto quello che gli è arrivato a tiro, senza nessun piano preciso. E’ curioso di tutto, ma manca di alacrità. Per questo gode, felice, dell’invenzione di internet: lì trova tutto senza uscire di casa. Un tempo aveva buona memoria, per cui, nella sua cerchia, c’è chi lo considera un piccolo pozzo di scienza. Ma adesso non si ricorda la trama dei film che ha visto la domenica precedente e tira avanti spolverando il vecchio bagaglio.
Capitò in Grecia, per una vacanza, un anno dopo la fine della dittatura. Vi ritornò per alcuni decenni. Anche lì ha pochi, ma amatissimi amici. La Grecia, che lo affascinava fin dal Liceo con la sua lingua (poi tradita all’Università), ricomiciò a fargli da sirena: e piano piano, dopo averla a lungo ascoltata, Gian Piero cominciò a rispondere.
Un amico conosciuto alla CGIL, un operaio dell’Alto Lago di Como, era andato più volte in Grecia quando ancora c’era la Giunta. Si portava le cassette di Theodorakis e le faceva ascoltare di nascosto nelle osterie. Fu lui, il Claudio, a iniziare Gian Piero alla musica greca. Ma, siccome non sapeva la lingua, gli chiedeva la traduzione delle canzoni. Ritsos, Varnalis, Anaghnostakis, Livaditis: all’inizio la musica era solo quella di Theodorakis e i testi quelli dei poeti “compagni”.
Poi, con l’aiuto di Babis e Litsa, l’interesse si allargò ad altri autori e in generale a tutta la musica popolare greca. Purtroppo, non alla danza.
Quando, quasi per caso, capitò in Internet nel sito stixoi.info, che raccoglie una formidabile quantità di testi greci musicati e diverse migliaia di traduzioni, Gian Piero aveva già tradotto per amici e parenti diverse decine di canzoni: e continuò a tradurne per stixoi. Ha tradotto tutto quel che di Elytis ha trovato in musica. Ed entro l’anno vuole finire il canzoniere di Nikos Gatsos, poeta che ama moltissimo.
All’inizio del 2009, un altro caso lo faceva incappare in CCG. Rilevò un po’ professoralmente qualche difetto in alcune traduzioni dal greco; poi ci fu un bello “scazzo” col Riccardo Venturi a proposito di quel che ci poteva o non ci poteva stare in CCG; e, infine, come i ragazzini che prima se le danno e poi diventano amici per la pelle, Gian Piero si prese una cotta, non per il Riccardo che non ha ancora visto di persona, ma per il sito. Al quale, appena può,manda qualcosa di greco.
Da qualche settimana ha scoperto il divertimento di tradurre non dal greco, ma in greco, in modo che i Greci, se vogliono, possano cantare le belle canzoni del resto del mondo.
(Gian Piero Testa, 2009)
****
E' la più triste notizia che si possa dare, ma purtroppo dobbiamo farlo.
Gian Piero Testa, collaboratore storico di questo sito e anima della “Sezione Greca”, con decine di traduzioni magistrali, ci ha lasciati il 28 novembre 2014 per una gravissima e rapidissima malattia.
A chi lo ha conosciuto di persona restano non uno, ma diecimila ricordi; a chi non lo ha conosciuto resta la sua opera che questo sito si occuperà ancor più di mettere in risalto e di valorizzare come merita.
Che per Gian Piero, innamorato della Grecia, della sua cultura e della sua lingua, risuoni giustamente il grido: ΑΘΑΝΑΤΟΣ !