Mercedes Sosa (San Miguel de Tucumán, 9 luglio 1935 - Buenos Aires, 4 ottobre 2009) è una popolare cantante argentina.
Nata da una famiglia povera, si appassiona fin dall'adolescenza delle danze popolari; nell’ottobre 1950 partecipa, vincendo, a una manifestazione canora radiofonica a Tucumán.
Nel 1960 fa parte del Movimiento del Nuevo Cancionero, una corrente sorta nella provincia di Mendoza, che intende rinnovare la canzone popolare, rappresentando la vita quotidiana argentina. Ne fanno parte anche Armando Tejada Gómez, Manuel Oscar Matus e Tito Francia.
Insieme col marito Manuel Oscar Matus tiene concerti all’Università e pubblica il primo disco, Canciones con fundamento.
Il maggior riconoscimento viene ottenuto nel 1965 al Festival Nacional de Folklore di Cosquín, lanciata dal Jorge Cafrune; nello stesso anno incide il disco collettivo Romance de la muerte de Juan Lavalle, con Ernesto Sábato e Eduardo Falú, cantando Palomita del valle.
Nel marzo 1966 incide Yo no canto por cantar, un LP comprendente Canción del derrumbe indio, Canción para mi América, Chayita del vidalero, Los inundados, Zamba para no morir, Tonada de Manuel Rodríguez e Zamba al zafrero. Il successo la porta a incidere l’ottobre successivo Hermano e alla fine del 1967 esce Para cantarle a mi gente.
In quell’anno si esibisce in una lunga tournée che la porta a Miami, a Lisbona, a Porto, a Roma, a Varsavia, a Leningrado, a Baku e a Tiflis. In quell’occasione conosce il musicista Ariel Ramírez che le propone l'incisione di Mujeres Argentinas, conclusa solo nel 1969, dopo l’apparizione di Zamba para no morir, una compilazione di temi di successi precedenti e di Con sabor a Mercedes Sosa, che comprende la canzone di successo Al jardín de la República.
Nel 1970 partecipa al film El Santo de la Espada, di Leopoldo Torre Nilsson, sulla vita di Josè de San Martìn; nel 1971 edita La voz de Mercedes Sosa e Homenaje a Violeta Parra, in cui canta numerose canzoni della famosa cantante cilena. Partecipa a un altro film di Leopoldo Torre Nilsson, La tierra en armas, in cui interpreta l’eroina peruviana Juana Azurduy.
Nel 1972 esce Hasta la victoria, con canzoni di chiaro contenuto sociale e politico e Cantata Sudamericana, con musica di Ariel Ramírez e versi di Félix Luna.
Dopo Traigo un pueblo en mi voz, del 1973 e A que florezca mi pueblo, del 1975, nel 1976 esce Mercedes Sosa con i contributi dei poeti Víctor Jara, Pablo Neruda, Alicia Maguiña e Ignacio Villa. Nel 1977 rende omaggio a una dei maggiori cantanti popolari argentini con Mercedes Sosa interpreta a Atahualpa Yupanqui.
Con l’instaurazione della dittatura militare nel 1979, pur non essendo imputata di nulla, le viene impedito di cantare; emigra pertanto a Parigi e l’anno dopo a Madrid. Torna in Argentina il 18 febbraio 1982, alla vigilia della caduta del regime e si esibisce tredici volte al Teatro dell'Opera di Buenos Aires, da cui viene tratto l’LP Mercedes Sosa en Argentina.
Il suo ultimo album in solitario, Corazon Libre, è uscito nel 2005.
L'ultimo episodio, e' Cantora - Un viaje íntimo, un album-tributo di duetti in cui Mercedes è affiancata dai principali artisti del Sudamerica e della Spagna, fra cui María Graña, Leopoldo Federico, Shakira, Lila Downs, Gustavo Cerati, Marcela Morelo, Jorge Drexler, Joan Manuel Serrat, Gustavo Santaolalla, Julieta Venegas, Caetano Veloso, e molti altri
Muore il 4 ottobre 2009.