Il sito ufficiale di Lino Straulino, il cantautore/folklorista della Carnia friulana:
http://www.linostraulino.com/
Cresciuto con le canzoni di uno
dei migliori periodi che la
musica ha conosciuto
-gli anni '60/'70- Lino è
legato alla sua terra e
allo stesso tempo
fortemente aperto
al mondo.
Le diverse influenze
musicali e culturali
sono infatti la base
stessa delle sue
composizioni e dei
suoi progetti.
Inoltre, l'amore per la
musica di quegli anni mitici lo
ha portato alla passione per il vinile da collezione.
Storia :::> english
Lino comincia a comporre la sua musica verso la fine degli anni '80. Una sua prima apparizione ufficiale risale al maggio 1989 con la partecipazione a "Musità", festival folk organizzato dal Folkgiornale, dal Comune di Tarcento (UD) e dalla Provincia di Udine; con alcune villotte popolari da lui raccolte da anziane donne in centri friulani e carnici. Partecipa quindi alla "Fieste de culture cjargnele", manifestazione per il recupero e la valorizzazione della lingua e delle tradizioni originali carniche.
Nel 1991 registra La Fàrie (pubblicata in cassetta), una serie di poesie di E. Nardini del 1934 che musica con arie rinascimentali e celtiche.
Si spinge poi un po' oltre i confini regionali e con il gruppo Sedon Salvadie, con il quale aveva iniziato a suonare anni prima, tiene un concerto al Folk Club Ponte delle Gabelle di Milano. L'anno successivo si ripropone, suonando però da solo. Nell'agosto 1991 partecipa ad "Ovarock" manifestazione che si poneva l'arduo compito di far conoscere le nuove figure artistiche e poco conosciute del panorama musicale friulano. Finalmente i cultori della buona musica hanno la possibilità di conoscerlo e per due anni successivi vince il Premi Friûl: nel 1992 viene segnalato assieme ad altri compositori; nel 1993 vince (a pari merito con un'altra canzone) con la canzone "Doman": "Perchè è una buona canzone d'autore che riesce ad emozionare con la sua semplicità. Il testo descrive con poesia e senza retorica la malinconia friulana"; nel 1994 (sempre a pari merito con un'altra canzone) vince con la canzone "La Parason" composta e suonata assieme a Luigi Maieron. Nel frattempo inizia l'attività concertistica in giro per il Friuli: apertura della manifestazione "Magia del legno" a Sutrio, "Incontri musicali codroipesi", "Canzone per un'amica" in memoria di Maria Grazia Scandolin a Susans (UD) e partecipa nuovamente alla manifestazione "Musità" che si svolge questa volta a Tavagnacco (UD).
Nel 1994 esce una cassetta, realizzata con il gruppo Fale curte, dal titolo omonimo, nella quale Lino continua il suo cammino musicale sperimentando le sonorità del friulano con il rock anni '70, lavoro tra l'altro ben riuscito. Con il 1995 inizia un periodo piuttosto prolifico nel quale usciranno 1 o più CD all'anno.
Si comincia con Spin che esce all'inizio del 1995, un disco acustico superbo che musicalmente si può definire "acid folk" alla anni '60. Il viaggio continua poi con I dîs che presenta nel dicembre 1996 a Sutrio (UD) circondato dai suoi scolari, inaugurando la manifestazione "Borghi e Presepi". Sulla scia di Spin, I dîs, è meno inquieto, ma ugualmente toccante. Questi lavori, che evidenziano una consolidata maturità musicale, tracciano un solco profondo nel panorama del cantautorato friulano. Ciò che distingue la musica di Lino fin dal primo ascolto, e che è il filo conduttore dei suoi lavori, sono la semplicità e la forza compositiva espresse con atmosfere vibranti e coinvolgenti. Non è assolutamente difficile sentirsi parte di una sua canzone.
Il 1997 è per lui un anno importante nel quale pubblica ben due CD. Il primo è un progetto integrato di musica e teatro ispirato dal poeta seicentesco friulano Ermes di Colloredo. Il lavoro si intitola Lino Straulino cjante Ermes ed è composto da 8 poesie da lui musicate. Il secondo CD, presentato a Remanzacco (UD) nel settembre 1997 si intitola Cjaule Male (bosco in forte pendenza, antico nome di Sutrio) ed è un disco più elettrico dei precedenti con sonorità miscelate che vanno dal folk al rock con toni jazzati in cui ripropone i temi a lui cari e un paio di pezzi scritti con Luigi Maieron. Tra un CD e l'altro continua l'attività concertistica e partecipa a diverse manifestazioni culturali in cui continua l'esperienza di unire la sua musica alla lettura di poesie. Dal vivo Lino sorprende per la sua ecletticità, dovuta ad una cultura musicale notevole. Ama trasformare le sue composizioni spaziando da un genere ad un altro.
L'ennesimo CD è presentato ad "Ovarock" 1998 e si intitola Tôr a tôr, un album elettrico con sonorità molto anni '70 senza punte troppo hard.
In un'intervista ad un settimanale locale afferma che la musica friulana sta vivendo un momento d'oro e che tutti i musicisti dovrebbero uscire più allo scoperto e vivere questo momento intensamente, esibendosi il più possibile per far conoscere alla gente la realtà della loro musica.
E' in questo momento d'oro che Lino pensa ad un progetto dedicato alla figura a lui cara di Victor Jara.
Nasce infatti nell'agosto 1998 l'idea di uno spettacolo musicale in memoria del cantautore cileno che verrà realizzato, assieme ad artisti friulani e latinoamericani, nell'aprile 1999 al Teatro Zanon di Udine, con il titolo - Victor Jara: un ponte per la memoria - davanti ad un pubblico entusiasta di oltre 500 persone; a conferma di ciò che si può realizzare con una lingua ed una musica che va al di là dei confini di questa regione. Nello stesso anno verrà pubblicato il CD omonimo.
E la collaborazione con altri artisti in questo periodo è una costante nel suo progetto musicale: nell'estate 1999 infatti registra ai "Colonos" un CD con gli FLK, Sintetiche sincretiche sinaptiche, che vede la partecipazione di numerosi musicisti della regione. Il disco nasce da un'idea di Stefano Montello della band folk-etno rock FLK che scrive i testi e di Lino che compone la musica, ne esce così un lavoro che comprende ballate folk, atmosfere sudamericane e spunti jazz.
L'ultima sua collaborazione registrata in CD, lo vede suonare a fianco di Aldo Giavitto, uno dei cantautori più accreditati della regione, e prende il nome di Doi, presentato a Remanzacco (UD) nell'agosto 2000, in cui si fondono bene esperienze e stili musicali di artisti tra loro diversi.
Per comprendere bene la poliedricità di Lino è bene ascoltare anche i due lavori che ha registrato in italiano Cuinto cuadrante e L'ultima frontiera. Sebbene Lino non abbia un rapporto naturale con questa lingua, ha sentito la necessità di sperimentarsi in questo ambito. Ascoltando questi lavori che rientrano in modo particolare nel cantautorato italiano, la sensazione che si ha è bella e strana allo stesso tempo.
Nel 2001 pubblica il progetto Tiere nere, nato dalla collaborazione con l'amico poeta Maurizio Mattiuzza, un esperimento ben riuscito di poesia in musica.
Nel 2003 è uscito il CD Blu. Anche in questo lavoro Lino esplora sonorità diverse dalle precedenti che mantengono però un filo conduttore con la sua produzione discografica. E' un disco riflessivo, intimista, profondo, ma allo stesso tempo facilmente introiettabile. Il seguirlo di concerto in concerto regala emozioni uniche, così come uniche sono le sue canzoni, perchè rivisitate sempre in modo diverso e sono sempre, comunque, la manifestazione del suo stato d'animo.
Negli ultimi due anni Lino ha suonato parecchio fuori regione, toccando in particolare il Veneto, la Lombardia e il Piemonte. Inoltre in questo lasso di tempo ha registrato una sua versione di "Verranno a chiederti del nostro amore" di Fabrizio De Andrè, presente nel doppio CD "Mille papaveri rossi", pubblicato da EditriceA; e il suo pezzo precedentemente inedito "Jo soi l'inviern," presente sulla compilation "Liocorno - Note d'autore", pubblicata da Storia di Note.
Nel mese di novembre del 2004, Lino ha registrato il CD di ballate popolari italiane La bella che dormiva per la rivista World Music.
Il CD è uscito con il numero 70 della rivista:
www.worldmusiconline.it