Nino FerrerNino Ferrer (pseudonimo di Agostino Arturo Maria Ferrari, Genova, 15 agosto 1934 - Montcuq, Francia, 13 agosto 1998). Musicista jazz, cantante, etnologo e pittore italo-francese.
Indice

Nato da padre italiano, un ingegnere, e da madre francese, trascorse l'infanzia in Nuova Caledonia, dove suo padre era impiegato in una miniera di nichel. Nel 1939, mentre si trovava in Francia con sua madre, venne costretto dagli eventi bellici a tornare nel capoluogo ligure dove restò per tutto il periodo della guerra. Dopo il ritorno del padre, la famiglia si trasferì a Parigi nel 1947, dove Nino compì gli studi superiori e universitari nella prestigiosa Università della Sorbonne, laureandosi in lettere e filosofia. Specializzatosi in etnologia, studiò a livello approfondito la vita quotidiana dell'uomo primigenio, con riferimento particolare ai culti religiosi, nel dipartimento di preistoria del Museo parigino de L'Homme; allievo di Andrè Leroi-Gourhan, tenne per un lungo periodo numerose conferenze in Francia e Spagna.

Nel tempo libero recitò da dilettante nella Compagnia teatrale Stabile dell'Università della Sorbonne, denominata Les Thèophiliens, per oltre dieci anni; si dimostrò inoltre un abilissimo disegnatore, iniziando già nel periodo adolescenziale a dipingere quadri, una passione che lo accompagna fino agli ultimi giorni. Espose in diverse mostre e personali. Ma è la musica che lo lanciò come protagonista assoluto. Iniziò verso la fine degli anni Cinquanta come bassista jazz per Richard Bennett, Bill Coleman e Nancy Halloway, girando con il suo complesso tutti i locali notturni della capitale francese e incidendo una decina di 45 giri nel 1959 per una piccola etichetta.

Scoperto e affinato un suo timbro di voce del tutto particolare, dalle tonalità roche, fondò presto un suo gruppo di rhythm'n'blues e incide con loro un primo 33 giri che contiene già due suoi brani, destinati a diventare dei classici: Le port de salut e La polka des mandibules.

Come autore, iniziò nel 1965 a fornire suoi brani a diversi artisti francesi, importanti a livello internazionale. In Italia, suo paese natale, lo conoscono soltanto i musicofili più accaniti e anche i cinefili più attenti, poiché nel 1964 debuttò come attore cinematografico nel ruolo di Andersen in due film girati in Francia da Guy Lefranc e Raoul André ed imperniati sulle avventure dell'agente segreto Jeff Gordon, impersonato da Eddie Costantine, intitolati Laissez tirer les tireurs e Ces dames s'en melent e distribuiti in Italia con i titoli Lasciate sparare... chi ci sa fare e Jeff Gordon spaccatutto. I suoi ruoli più importanti nel cinema arriveranno comunque più tardi: in Un éte sauvage (L'età selvaggia) di Marcel Camus del 1970, interpreta Serge, e nel 1982 impersona il medico Steve Julien nel film Liten diretto da Jean-Pierre Mocky, mai distribuito in Italia.

Dal 1967 al 1969 le cose cambiano e Ferrer inizia a sfornare successi a 45 giri con un ritmo impressionante: accanto a motivi facili come il tango di Agata - il suo successo più grande, che arriva ai primi posti delle classifiche - Donna Rosa - scritta da Pippo Baudo, che diventa anche un film al quale però il cantante non partecipa - e Al telefono, ne spiccano altri in cui in un testo apparentemente banale si accennano temi importanti. La pelle nera, nella memoria di tutti per il celebre ritornello che all'epoca suscitò scalpore, affronta il tema del razzismo; Il re d'Inghilterra (Festival di Sanremo 1968), è una sorta di pamphlet contro tutte le guerre; infine Viva la campagna è un inno assai scanzonato a favore della vita all'aria aperta contro lo stress cittadino. Il biennio 1968-1969 è d'oro per il cantante italo-francese; viene invitato a due popolari trasmissioni televisive italiane, Settevoci con Pippo Baudo e Io Agata e tu con Raffaella Carrà. Nel 1970, però, forse stanco e un po' irritato del colossale successo piombato improvvisamente, arriva un brusco cambiamento di rotta.

Ferrer rientra a Parigi nel 1970, allontanandosi volontariamente dal music business, continuando a dipingere e incidere una decina di 33 giri, tra il 1970 e il 1993, in cui fa praticamente tutto: produttore, cantante, musicista, occupandosi persino della registrazione e del missaggio. Lavori per un pubblico che lo ha sempre seguito in cui ritorna alle basi jazzistiche da lui sempre gradite e nel quale sforna almeno altri due successi oltralpe, Le sud (1975), considerato da molti il suo capolavoro, e La Carmencita (1980).

Nel 1977 abbandona anche la capitale francese e si stabilisce nella sua tenuta di Quercy Blanc, nei pressi di Montcuq, dove rimane per il resto della vita. Nel 1978 si sposa con Jacqueline Monestier, detta Kinou, ed ha con lei due figli: Pierre ed Arthur. Viene nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere nel 1986, e ottiene la cittadinanza francese nel 1989. Artista poliedrico, dai mille interessi, adorato dal pubblico francese che vede in lui un musicista di culto, in Italia fa rientro alla fine degli anni Ottanta per registrare molti suoi vecchi successi con nuovi arrangiamenti in un disco emblematicamente intitolato Che fine ha fatto Nino Ferrer. Evita sempre qualsiasi apparizione in trasmissioni revival tranne verso la metà degli anni Novanta, quando Red Ronnie, suo grande estimatore, lo vuole ospite alla trasmissione di Telemontecarlo Roxy Bar. Questa sarà l'ultima sua apparizione pubblica in una televisione italiana. La sua arte viene omaggiata da diversi registi importanti: Pedro Almodovar utilizza una sua canzone nel film Tacchi a spillo, mentre dopo la sua morte Bernardo Bertolucci, inserisce nella colonna sonora del film Dreamers - I sognatori (2003) il brano C'est irreparable. Tipo schivo e riservato, trascorre gli ultimi anni nella sua prediletta campagna francese. Qualche giorno dopo la morte della madre, che viveva insieme a lui, addolorato e depresso, pone fine alla sua vita in modo drammatico, ad appena 64 anni in una torrida semi vigilia di Ferragosto, sparandosi un colpo di fucile da caccia. Rimane e rimarrà sempre l'artista scanzonato e spensierato, ma mai banale, di La pelle nera, Agata, Il re d'Inghilterra e di tanti grandi successi, e così lo ricorderemo sempre.

Discografia

Album

* 1970:Rats and rolls
* 1971:Mètronome
* 1972:Nino Ferrer and Leggs
* 1974:Nino and Radiah
* 1976:Suite en oeuf
* 1977:Veritables, Varietès, Verdatres
* 1979:Blanat
* 1980:La Carmencita
* 1982:Ex-libris
* 1983:Rock'n'roll cow-boy
* 1986:13eme album
* 1989:Che fine ha fatto Nino Ferrer?
* 1993:La dèsabusion
* 1996:Concert chez Harry - dal vivo

I grandi successi italiani

* 1967:La pelle nera
* 1967:Se mi vuoi sempre bene
* 1968:Il re d'Inghilterra
* 1968:Al telefono
* 1968:Agata
* 1968:La rua maduriera
* 1969:La mia vita per te
* 1969:Chiamatemi don Giovanni
* 1969:Donna Rosa
* 1969:Mr. Machin
* 1969:Viva la campagna
* 1970:Io, tu e il mare
* 1970:Re di cuori
* 1970:Palla di pelle di pollo
* 1970:Un giorno come un altro

http://it.wikipedia.org/wiki/Nino_Ferrer

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Nino Ferrer, de son vrai nom Nino Agostino Arturo Maria Ferrari, est un chanteur, auteur et compositeur français d'origine italienne, né le 15 août 1934 à Gênes en Italie, décédé le 13 août 1998 à Montcuq (Lot) en France.

Nino Ferrer a passé les premières années de sa vie en Nouvelle-Calédonie où son père, ingénieur, travaillait. De retour en France dès 1947, le jeune Nino, après une scolarité parisienne, se lance dans des études d'ethnologie et d'archéologie préhistorique à la Sorbonne. Parallèlement, il se livre avec passion à de nombreuses activités dont la peinture et la musique.

À la fin de ses études, Nino Ferrer part faire le tour du monde sur un cargo, participe à quelques fouilles en Mélanésie et, de retour en France, se consacre à une musique qui depuis longtemps le fascine : le jazz. Sa discographie commence en 1959 - puisqu'il fut cette année-là contrebassiste sur deux 45 tours des Dixies Cats et l'année d'après bassiste sur un disque des Gottamou. Au début des années 60, il accompagne la chanteuse américaine Nancy Holloway et propose, en vain, ses propres compositions aux maisons de disques. Toutefois, en 1963, la chance lui sourit enfin puisqu'il peut enregistrer son premier disque (Pour oublier qu'on s'est aimé). Il en existe une version italienne et une autre espagnole, présente sur la bande originale de Talons aiguilles - de Pedro Aldmodovar - sous le titre Un año de amor).

Le disque n'aura qu'un succès très relatif en France mais sera diffusé dans d'autres pays européens, au Japon et même au Moyen-Orient. Il lui faut attendre 1965, après de nombreux échecs (groupes avortés, rupture puis réconciliation avec Barclay, sa première maison de disque), pour que l'occasion lui soit donnée de renouer avec le succès par le truchement de... Mirza. Succès immédiat qui conduit Nino Ferrer à enregistrer d'autres tubes - parfois à contrecœur - tels que les Cornichons, Oh ! hé ! hein ! bon ! - lui imposant, et pour longtemps, le rôle du chanteur rigolo. Comme Henri Salvador, il se rattrape en interprétant des mélodies tristes et graves sur les faces B de ses disques (Ma vie pour rien).

Son rôle de chanteur décalé possède des avantages certains (succès, argent, conquêtes) mais le caractère plutôt entier de Nino Ferrer s'en accommode mal. Rompant avec le showbiz, il quitte la France et part s'installer en Italie où il restera trois ans, jusqu'en 1970. Alors que des disques continuent de sortir en France (Mao et Moa, Mon copain Bismarck nettement plus ironiques), Nino Ferrer gagne en notoriété grâce à une émission qu'il anime, Io, Agata e tu.

À son retour en France, il s'installe dans le Quercy où il se lance dans l'élevage de chevaux, mais sa rencontre avec un guitariste Irlandais, Mickey Finn (qui a travaillé avec T.Rex, Eric Clapton, les Stones...) lui rend le goût de la composition musicale. C’est le coup de foudre. Micky et ses musiciens suivent Nino à Paris et deviennent les Leggs. Après des mois d'une écriture personnelle et de composition, sort en 1972 Métronomie. Si l'album n'a qu'un succès mitigé, l'un de ses titres, la Maison près de la fontaine, se vend à plus de 500.000 exemplaires en 45 tours.

Les années passent et Nino Ferrer continue de sortir des albums (Nino and Leggs, Nino and Radiah, Suite en œuf, Véritables variétés verdâtres) qui ne marchent que très moyennement, quasi-systématiquement occultés par un ou deux 45 tours qui, quant à eux, remportent un succès considérable. C'est le cas de la chanson le Sud, qui lui permet en 1976 d'acquérir une bastide qu'il équipe d'un studio d'enregistrement. En 1979 sort Blanat au blues-rock électrique débutant par une explosion de batterie et se terminant par un de ses chefs d'œuvre "l'arbre noir" et son solo de guitare électrique rageur . Puis il part en tournée avec Jacques Higelin. Les années suivantes, la Carmencita, Ex-Libris, Rock'n'roll cowboy (dont Frank Margerin dessine la pochette) - autant de demi-succès - entrecoupés de rares concerts. Un autre album, 13e album, passe quant à lui complètement inaperçu mais, au début des années 90, il renoue avec le succès auprès d'une nouvelle génération en Italie puis en France grâce à la sortie d'une compilation qui permet de faire découvrir - à côté de succès historiques - d'autres compositions plus rares. Il sort un autre disque, la Désabusion et expose à Paris ses peintures puis part en tournée. Un ultime album, composé de différents titres chantés et/ou écrits par des membres de sa famille ou ses amis, sort en 1995 : la vie chez les automobiles.

Trois ans plus tard, un mois après le décès de sa mère, le 13 août 1998 le chanteur se tire une balle dans le cœur en plein champ alors qu'il avait commencé à enregistrer avec les Leggs ce qu'il envisageait comme son dernier album, intitulé "Suite et Fin". Considéré, à tort, comme un gentil chanteur rigolo, Nino Ferrer n'a pas eu la reconnaissance que méritait la seconde partie de sa carrière. Les français ont visiblement préféré la variété au rock. Pourtant "Métronomie" et ses longues plages d'orgue hammond sont dans l'air du temps, visiblement influencées par les groupes italiens de rock symphonique de l'époque (style PFM et Banco del Mutuo Soccorso). Quant à "Blanat", son blues rock musclé en fait un des plus beaux albums de ce style en France.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Nino_Ferrer