Sadako Kurihara
da Martina Gagliano
Sadako Kurihara (1913-2005), scrittrice, poetessa e saggista, attivista nei movimenti anti-nucleari, si è schierata contro la guerra in Vietnam e contro il patto di sicurezza Nippo-Americano, senza mai dimenticare il ruolo di aggressore che ha rivestito il Giappone nella guerra nel Pacifico, come emerge nella poesia Quando dici Hiroshima.
La sua voce è quella di una donna, di una madre, di una combattente, sopravvissuta allo scoppio della bomba atomica, che sente sin nelle viscere l’esigenza di parlare della tragedia che ha vissuto e visto con i propri occhi, denunciando la bestialità della guerra e trasmettendo un accorato messaggio di pace. La sua poetica non si inserisce unicamente nella fase di “evocazione delle rovine” contraddistinta dalla responsabilità avvertita dai sopravvissuti alla catastrofe di descriverla sotto forma di opere documentarie. L’opera di Kurihara Sadako, nata e vissuta a Hiroshima, va oltre questa “letteratura delle macerie”, abbraccia una prospettiva molto più ampia che guarda al futuro, rivolgendosi al Giappone odierno e inserendosi nel contesto della kaku bungaku (核文学), la letteratura nucleare.
Una fase letteraria che vede gli scrittori della bomba atomica assumere un punto di vista aperto nel tempo e nello spazio, oltrepassando i limiti del passato di Hiroshima e Nagasaki e riflettendo sul futuro dell’era nucleare. L’attività letteraria di Kurihara Sadako può essere divisa in due fasi principali: quella prima e durante la Seconda guerra Mondiale, in cui descrive le terribili condizioni vissute da lei e dalla sua famiglia durante la guerra, dove spiccano alcune poesie apparse nella prima raccolta, Kuroi Tamago (Uova nere), scritte tra il 1941 e il 1945; e quella che raccoglie i lavori successivi allo scoppio della bomba atomica, di fatto il fulcro della sua opera, composti a partire dalla fine degli anni Sessanta, come Watashi wa Hiroshima wo shōgen suru (La mia testimonianza di Hiroshima) del 1967, Hiroshima - Miraifūkei (Hiroshima - vista sul futuro) del 1974, Hiroshima to iu toki (Quando dici Hiroshima) del 1976. Nel 1979 pubblica Mirai wa kokokara (Il futuro inizia da qui) e nel 1982 Kakujidai no dōwa (Favole dell’era nucleare).
All’interno di questa vasta e fiorente attività letteraria, la traduttrice, nella suddetta raccolta da lei proposta, ha operato una selezione, suddividendo tale ricca produzione sulla base dei temi e delle immagini evocate da ciascun componimento in quattro periodi principali: le poesie sulla guerra; le poesie su Hiroshima e la bomba atomica; le poesie sul dopoguerra; le poesie sull’era nucleare