[...] Andhira ha scelto questo nome come espressione del proprio spirito sonoro, per il quale il riferimento ad un preciso genere musicale sta decisamente troppo stretto. Si può parlare invece di un animo musicale randagio, dal quale prende vita un repertorio mutevole nella forma e nello stile di ogni singolo brano, passando per tradizioni classiche e popolari, labili confini mediterranei, agili profili di sardità e altro ancora. L’organico comprende tre voci femminili, due sezioni di percussioni e un pianoforte. La musica di Andhira manifesta spesso un’intenzione narrativa, riportando o evocando storie, vicende e ambientazioni, reali o immaginarie.
In Sardegna, la parola Andhira è associabile ad un concetto errante della vita, una sorta di nomadismo culturale. L’origine della parola è piuttosto remota, in Sanscrito “andhra” indica una via di passaggio, una porta. Nei libri arabi Andhira è il nome di una costellazione utile ai navigatori per l’orientamento in mare, ma si parla anche di una città leggendaria situata sulle coste meridionali sarde, saccheggiata dei tesori e distrutta dai pirati, costringendo i superstiti alla fuga e ad una vita forzatamente nomade; in alcuni canti di tradizione orale della Sardegna, ricorre spesso il nome della città perduta. Diventato sempre più un fonema, questo nome conserva un forte e struggente potere evocativo, e quando viene cantato nella forma de “s’andimironnai” emerge un profondo sentimento di libertà e riconciliazione.
Andhira nasce nel 2001. E’ stato protagonista in numerosi e importanti festivals e rassegne nazionali, e in dirette radiofoniche sui programmi di Radio Rai2, Radio Rai3, Radio Popolare e altre- negli anni hanno fatto parte di Andhira le voci di Valeria Martini, Giorgia Loi, Patrizia Rotonda, Cristina Lanzi e i musicisti Alberto Cabiddu, Giancarlo Murranca e Alessandro Garau.
Andhira ha ricevuto il prestigioso “Premio Lunezia Etno-music 2011” per l’album “Nakitirando” e il Patrocianio della Fondazione Fabrizio De Andrè per l’album “Sotto il vento e le vele….incontro con Fabrizio De Andrè” (Alabianca/Warner). - Il Manifesto Sardo