Ricordando Attilio Fantolini
Il Tirreno, 8 / 6 / 2005
Noto al pubblico come "stornellatore livornese", lo spessore artistico di Attilio Fantolini è stato molto più grande, non ci sono definizioni che gli calzino a pennello: era un grande musicista che ha portato nel mondo il suo canto e la sua livornesità.
E' scomparso l'anno scorso di questi tempi e gli amici e i vecchi compagni di spettacolo gli hanno reso un omaggio spontaneo, alternandosi al microfono a Villa Morazzana, in una serata senza retorica, ma di intensa commozione. Giancarlo Bornaccini, che ha organizzato e introdotto l'incontro, ha dato il là allo spettacolo «non è una serata per Attilio, ma con Attilio». Se Maria Torrigiani, Simona Del Cittadino, Marino Zocchi, Giovanni Franco, Renato Tedeschi, Sergio Corsani, Fulvio Pacitto e Consalvo Noberini avessero costruito lo spettacolo, invece di condurre la serata a braccio e secondo l'affluire dei ricordi, l'esito non sarebbe stato migliore. Sì, perchè questi sono i nomi di personaggi che hanno condivisio con Attilio anni di lavoro e che da Attilio hanno appreso l'arte dello spettacolo popolare, come hanno ricordato il loro amico scomparso ognuno secondo il proprio vissuto, intercalando con canti e stornellate. Simona Del Cittadino e Maria Torrigiani, bravissime e commosse, si sono lanciate nei bei canti livornesi che non si sentono più. Con loro anche Marino Zocchi. Fulvio Pacitto ha sfoderato l'arte del vernacoliere «Attilio l'ho conosciuto sur Pontino, avevo dieci anni», con Consalvo Noberini, che ha toccato la corda del livornese moderno, del livornese del 2000. Quindi il gran finale "E siamo livornesi" dove ognuno ha messo il cuore.