La presente nota biografica di Turiddu Bella è tratta, fino al 1979 dalle memorie scritte dall'autore nel volume inedito "La mia Storia" e completate fino alla morte dalla figlia Maria.
foto: Turíddu Bella nel 1958
Salvatore Bella nacque il 10 Maggio 1911 (ma denunziato il 15-5) in una vecchia casa di campagna posta lungo l'antica strada provinciale Catania - Messina, in località Ficarella del comune di Mascali (CT).
Nel 1921 andò ad abitare nella frazione di Carrabba di Mascali e si iscrisse all'Istituto Commerciale di Riposto.
Era ancora bambino quando il padre gli recitava le belle favole in versi del poeta Venerando Ganci di Acireale (paese d'origine della famiglia dei Bella) A tredici anni scrisse la prima storia e qualche tempo dopo, conobbe un giornaletto dialettale il Po' t''u cuntu", edito a Palermo dove mandò le sue prime composizioni in siciliano, diventando così un assiduo collaboratore di quel foglio.
Nel 1928, in seguito all'eruzione dell'Etna che il 6 Novembre raggiunse l'abitato di Mascali risparmiando solo il quartiere di Sant'Antonino, si trasferì con tutta la famiglia prima a Giarre e poi a Fiumefreddo, ospitati da parenti e amici.
Nel 1929 conobbe il cantastorie Orazio Strano con il quale iniziò una lunghissima collaborazione a partire dal primo poemetto "Chi cosa è la Donna" che lo stesso Strano portò nelle piazze della Sicilia.
Nel 1932 fu chiamato alle armi prima ad Agrigento e poi a Palermo; qui ebbe modo di conoscere e frequentare tanti poeti quali: Giuseppe Denaro,Gianni Varvaro, Ugo Ammannato, Pietro Tamburello, Francesco Paolo Arrisicato, Vanni Pucci, Francesco Fiumara , Vito Mercadante. Quest'ultimo curò la stampa del suo primo libro di versi "Diliziu di picciuttànza" e ne scrisse la prefazione.
Nel 1935 venne imbarcato per la Somalia, dove rimase a combattere per un anno. Tornato a casa nel 1936 riprese servizio nel municipio di Mascali e qui rimase per ben 22 anni.
Nel 1939 il medico condotto di Nunziata, gli propose di andare a conoscere una certa Anna Cavallaro, sua nipote, di Sant'Alfio che lo conquistò subito; ben presto diventò sua moglie e appena sposati andarono ad abitare a Mascali.
Nel 1940 fu richiamato al servizio militare e destinato all'ufficio ragioneria del distretto militare di Catania e visse le tragedie della guerra fino all'occupazione anglo-americana. Intanto era nata la sua primogenita che, purtroppo, si ammalò di bronchite e, per mancanza di antibiotici difficili da trovare durante il periodo bellico morì a pochi mesi. Per sua consolazione nel 1942 venne al mondo un'altra figlia. Quando finalmente i Tedeschi si ritirarono e l'esercito alleato entrò in Sant'Alfio dove si era rifugiato con la moglie e la bambina, finì l'incubo di essere deportato in Germania, come era successo a tanti altri sbandati.
Nel 1950 venne ucciso il brigante Salvatore Giuliano e immediatamente il Bella scrisse un poemetto di 195 sestine, "Turi Giulianu re di li briganti", musicato da Orazio Strano e da lui presentato al pubblico ed in seguito interpretato anche da Ciccio Busacca di Paternò. Seguì nel 1953 'U Passatùri di 242 sestine che affidò a Cicciu Busacca. Questi furono le prime di una lunga serie di storie di briganti e Santi, scritte in sestine per dare maggiore incisività alla "storia" e composti come veri e propri poemetti, a differenza della tendenza dei cantastorie di contenere il tutto in poche strofe in fogli volanti.
Nel 1958 lasciò l'impiego al Municipio di Mascali, per prendere servizio all'Ente Comunale di assistenza di Catania dove si trasferì con la famiglia per dar modo alla unica figlia Maria di continuare gli studi universitari.. .
Molto intensa è la produzione poetica e di storie a partire da questa data,
Dal 1960 in poi sono state indette delle sagre di cantastorie in diverse città d'Italia alle quali il poeta ha partecipato direttamente con i suoi componimenti o scrivendo per i vari cantastorie, fino al 1975 , guadagnando, oltre a quattro medaglie d'oro, dei riconoscimenti veramente lusinghieri;.Entrato a far parte ufficialmente della famiglia dei cantastorie, venne nominato Delegato per la Sicilia dell'Associazione Italiana Cantastorie (AICA)
Nel 1964 diede alla stampa, con prefazione di Salvatore Camilleri, un volumetto di versi, dal titolo "Spizzucu di vicchiania" che ha voluto dedicare alla moglie. Ha dovuto attendere il 1976 per andare in pensione per limiti di età Una volta libero da impegni di lavoro ha diviso il suo tempo tra Catania e gli amici e Siracusa con la figlia , i nipoti e le nuove amicizie.
La pensione non fu per lui segno di pigrizia o nostalgia della vita attiva perché intensificò la sua attività,intessendo corrispondenza poetica ed epistolari con moltissimi poeti , collaborando a giornali, frequentando circoli culturali quali Arte e folklore di Sicilia e Vito Marino, recitando versi in televisioni locali, conducendo un programma su cantastorie alla radio privata Catania - Monte.
Nel 1980 è stata pubblicata l'edizione integrale del poema Turi Giuliano re di li Briganti con prefazione di Salvatore Camilleri e nel 1981 Le Grandi sfide (botta e risposta tra Turiddu Bella e i nostri pueta. Ancora incompleta ma già in tre volumi è la Farsa Strolica immane opera ad imitazione dantesca che, iniziata nel 1939 si conclude al terzo volume nel 1987, e cita oltre duemila nomi di poeti e personaggi illustri con relative note illustrative.
Turi Bella muore il 20 Gennaio 1989.