Qualcuno, secoli addietro, ha scritto con ironia di coloro che ricercano e studiano tutto ciò che succede fuori dai propri confini, e non vedono le pietre che testimoniano le storie che vanno cercando. Pietre sulle quali, peraltro, si trovano a camminare ogni giorno.
Quando nel 1972 il Gruppo Teatro Angrogna (G.T.A.) si costituì autonomamente per ricercare – su invito del regista e maestro Iginio Bonazzi – queste “pietre” e per elaborare e riproporre i dati dispersi della cultura, della storia e delle tradizioni di lotta della montagna valdese ed occitana, nessuno avrebbe immaginato che raccontando le storie di casa propria si sarebbe andati così lontani.
Nel tempo, ma anche nello spazio.
E il viaggio, per il momento, continua. Anche perché la libertà, la giustizia e l’uguaglianza delle opportunità – ovvero i temi ricorrenti nelle proposte del GTA – continuano ad essere programmi incompiuti, e non soltanto in Italia.
Le storie che andiamo raccontando e cantando da quarant’anni - è stato detto - conducono gli spettatori alla riflessione su temi universali che coinvolgono ognuno di noi, e nei confronti dei quali è difficile rimanere indifferenti o passivi. Nei nostri spettacoli si parla e si canta principalmente in italiano, ma anche in francese, in occitano e in piemontese, ma talvolta anche in spagnolo e in inglese; ma siccome - come dicono i nostri amici danesi del Rogen Teater - non è ancora vietato usare la fantasia, tutti quanti, grandi e piccini, possono seguire senza particolari difficoltà.
gruppo Teatro Angrogna