Lassociazione

Canzoni contro la guerra di Lassociazione
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LassociazioneGiorgio Riccardo Galassi, Marco Mattia Cilloni, Luigi “Gigi” Vittorio Cavalli Cocchi.
Quanti nomi per questa storia.
Era l’estate del 2008 quando Giorgio, dopo aver terminato il suo ultimo racconto, decise che le prossime parole da raccontare, sarebbero state quelle sulla propria terra.
Terra alta di crinale, l’Appennino Tosco Emiliano, rifugio per l’animo inquieto di quei tempi.
Fu così che decise di camminare nei castagneti intorno a casa e di scrivere liberamente ciò che erano quei luoghi e ciò che erano diventati.
Piccoli pensieri, brevi storie, aforismi che magari non erano neppure aforismi, ma che di colpo giungevano a colmare lo spazio che li circondava.
Il libro si chiamerà “Aforismi da castagneto” (Edizioni Consulta) e con lo stesso nome prenderà vita il primo album de “Lassociazione” (Autoproduzione – 2010). Ma torniamo indietro di qualche passo.
Parevano, i testi, armoniosi e melodici cosicché Giorgio decise di provare a mettere in musica quelle sue parole. Fu un’intuizione, in una sera di primavera a trasportare le parole scritte in italiano nella forma arcaica della lingua, il dialetto.
Dialetto non di un solo paese appenninico, ma di due valli ben precise che erano la valle del Secchia e la valle dell’Ozola. Per far questo Giorgio sentì il bisogno di avere a fianco un musicista, una persona che capisse lo spirito di quelle parole arcaiche, ma contemporanee. Così Marco, cantante, chitarrista, esperto polistrumentista nella tarda estate del 2008 cominciò a lavorare su quei testi che sembravano strani, ma custodi di una grande anima.
Dopo circa un anno di intenso lavoro di scrittura e musica, furono composti circa venti pezzi, di cui dieci selezionati per formare una demo.
Tutto funzionava. Il dialetto, foneticamente simile all’inglese essendo pregno di parole spezzate, tronche, unito alle note folk di Marco rendeva questi testi vivi e colorati.
Il lavoro di entrambi fu di grande studio e ricerca, sui testi antichi così come sul folk rock con radici ben piantate negli anni ’60/’70.
Nella primavera del 2009, Giorgio e Marco decisero di contattare Gigi, vista la lunga esperienza in ambito musicale (Ligabue, Clan Destino, CSI, Mangala Vallis). L’idea era quella di coinvolgerlo nel progetto, e così, non avendo ancora nulla di registrato, scesero a Reggio Emilia, e nel terrazzo di casa Cavalli Cocchi, Marco suonò e cantò i brani composti. Fu amore al primo ascolto: quel giorno si formò quello che ancora oggi sono le radici de “Lassociazione”.
Si decise, nell’estate dello stesso anno, di iniziare le registrazioni presso lo Studio Bagnoli Bros (Castelnovo ne’ Monti – Reggio Emilia) con il fonico Daniele Tito Bagnoli. Diversi gli artisti che parteciparono ad “Aforismi da castagneto”, mettendo a disposizione le proprie particolarità: Matteo Stocchino (pianoforte e fisarmonica), che fu importante nella prima fase di arrangiamento del futuro album, suonando e dando il suo contributo nelle registrazioni del disco, Graziano Romani (canto), Enrico Chicco Salimbeni (voce narrante), Marina Parente (canto), Enzo Frassi (basso e contrabbasso), Massimo Guidetti (tromba e flicorno), Simone Valla (sax soprano), Filippo Chieli (viola e violino), Marcello Ghirri (banjo), Tiziano Barbieri (chitarra acustica), Paolo Romei (canto), Stefano Donelli (arpa), Fabrizio Ugoletti (canto), Coro Bismantova, Andrea Gherpelli (voce narrante) e Celio Tronconi (voce narrante). Il disco, masterizzato presso lo Studio Creative Mastering (Forlì) da Stefano Cappelli, venne messo in vendita nell’agosto del 2010 e fu presentato il 23 ottobre dello stesso anno presso il Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia). Quella serata, che fu magica, vide la gente accalcarsi in Teatro, curiosa ed affascinata dal folk rock potente e sanguigno che usciva dagli amplificatori. Da questo concerto iniziarono a consolidarsi alcune collaborazioni con musicisti che ancora oggi accompagnano sul palco i live de Lassociazione: Filippo Chieli (viola e violino), Francesco Ottani (canto e chitarra), Massimo Guidetti (tromba e flicorno) e Marcello Ghirri (banjo). Dopo un intero anno trascorso a far conoscere il disco tra piazze e club, l’entusiasmo raccolto fu contagioso tanto da portare nuova linfa nei pensieri di Giorgio, nella musica di Marco, nei tamburi di Gigi. In questo primo fondamentale periodo, fu importante la presenza, anche dal vivo dell’attore Andrea Gherpelli che uscì dalla band nell’estate del 2011.
“C’è un uomo che è roccia, a strapiombo sulla valle. In bilico sulla vita e forse per questo, ancora più vivo. Gli occhi ben aperti sul vuoto”. Con questa immagine si aprì il secondo capitolo de “Lassociazione”: “A Strapiombo” (Edizioni Peones – Edel – 2012) registrato nel mese di settembre presso la suggestiva Pieve di San Vitale (Carpineti – Reggio Emilia).
“Otto giorni senza TV e radio sono la cura migliore. La Pieve di San Vitale è pura come un accordo che arriva dal delta del Mississippi, vera come la storia che racconta, ospitale come l’erba che ti invita a sdraiarti nel campo. Benvenuto a chi suona, a chi ci ascolta, a chi cerca la vita senza distorsore”. Sempre dieci i pezzi che composero l’album (testi di Giorgio Riccardo Galassi, musiche di Marco Mattia Cilloni). Parteciparono come ospiti: Massimo Zamboni (CCCP e CSI), Ginevra Di Marco (CSI), Erik Montanari, Antonio Braidi e Gianfranco Fornaciari (Ligabue e Clan Destino) che da allora rimase stabilmente nella formazione della band. “A Strapiombo” venne ancora una volta registrato e missato dal fonico Daniele Tito Bagnoli e per la prima volta tra i brani inediti venne inserita una cover: “Fuochi nella notte (di San Giovanni)” dei CSI. Inoltre a differenza del primo album, interamente in dialetto, troviamo “Valentino” (testo in italiano) e “Vorrei cantare la vita” (testo italiano e dialetto). Del singolo “Santa Maria” venne realizzato un videoclip prodotto da Lucas Frame con la regia di Luca Adami.
In seguito prese sempre più corpo l’idea di voler parlare dell’Appennino, inteso come spina dorsale, culturale, sociale e musicale, che sorregge l’Italia intera.
Uscì così il 28 giugno 2014 il tanto atteso terzo album, dal titolo “Libere correnti dorsali” (Edizioni Lindipendente – Self – 2014). “Dal quel momento fu la terra a determinare le storie, raccontando le gesta di uomini e animali, delineando assieme alle stagioni la vita semplice ma sofferta di luoghi e gente apparentemente diversa. Chi è rimasto, chi andò, chi arrivò per la prima volta e scoprì nelle parole, nella letteratura ma soprattutto nella musica un’identità in forte crescita.” Di forte impatto emotivo, tra l’italiano e il dialetto, il disco affrontò anche i temi del malcontento che si snodava in ogni parte del paese. C’era viva la consapevolezza di questa forte energia che attraversava come una spina dorsale questa Italia, entrando in ogni strada apparentemente in ombra e abbandonata, chiamando la gente al semplice confronto personale senza barriere. “Libere correnti dorsali” si potè definire un disco di “confine”, un manifesto di frontiera con lo sguardo attento ad un Italia che mai verrà spiegata abbastanza.
La registrazione, come le volte precedenti, venne affidata al “Bagnoli Bros Studio” di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia) con il fonico Daniele Tito Bagnoli, mentre testi e musiche nacquero rispettivamente, come nei primi due album, dalla ricerca artistica di Giorgio Riccardo Galassi e Marco Mattia Cilloni. Diedero inoltre il loro particolare contributo: Erik Montanari alla chitarra elettrica, Daniele Sironi alla pedal steel, Christian Rebecchi al bodhran e Luciana Buttazzo al canto. Le novità non riguardarono solo l’utilizzo della lingua ma anche l’aspetto artistico; la produzione infatti venne affidata totalmente a Marco Mattia Cilloni e Gianfranco Fornaciari (già arrangiatore/produttore in collaborazione con Ligabue, Clan Destino, Gang, Gianni Maroccolo, Alberto Morselli), vi fu inoltre l’ingresso al basso elettrico e contrabbasso di Andrea Torresani (già musicista con Giusy Ferreri e Franco Battiato) in sostituzione di Enzo Frassi, il resto della formazione venne confermato sia nella stesura dell’album che nei live seguenti. Del singolo “Ho stima delle cose” venne realizzato un videoclip prodotto da Lucas Frame con la regia di Luca Adami.