Assieme a Lorenzo De Antiquis e Franco Trincale, Marino Piazza è stato uno dei più noti cantastorie italiani. Un cantante di strada, che la piazza l'aveva...pure nel nome.
Nato a Bazzano nel 1909 morto a Bologna nel 1993, incominciò nel 1927 giovanissimo a cantare e suonare nelle fiere e mercati dell’Emilia e Romagna accompagnato dal fratello Piero, bravo fisarmonicista.
Marino Piazza era conosciuto da tutti specialmente nei paesi delle provincie di Bologna e di Modena, la gente sapeva a memoria le sue storie e le sue zirudelle. Diversi sono stati i cantastorie con in quali Marino Piazza ha collaborato nelle varie fiere e mercati emiliani e romagnoli, veneti e marchigiani. Ricordiamo fra gli altri: Adelmo Boldrini, Vincenzo Magnifico detto Bobi, Mario Bruzzi, Renzo Scaglianti(detto Carlino), Giuseppe Dian (detto Beppe), Antonio Scandellari (detto Tonino).
Piazza fu eletto trovatore d’Italia alla Sagra dei Cantastorie del 1970. Ma, proprio in quel periodo, Piazza dovette cambiare la sua attività da cantastorie a venditore ambulante; costretto dal mutare delle situazioni e delle mentalità: il potere crescente dei mezzi di informazione di massa (giornali, televisione), le nuove regole comunali: nelle piazze dove si svolgevano fiere e mercati infatti non si poteva più attirare l’attenzione della gente con musica e zirudelle perché così facendo si danneggiavano gli altri commercianti presenti nel mercato. Questa trasformazione fu graduale e non fu mai completa perché Marino Piazza continuò anche dal suo banco di chincaglieria e musicassette a chiamare il pubblico di passaggio, a suonare l’ocarina e ad improvvisare rime e zirudelle. Continuò anche a vendere i suoi fogli volanti: i fatti, le zirudelle, i canzonieri. Ma, fra tutti gli articoli che portava in giro di fiera in fiera, di mercato in mercato, quello che si vendeva di più era la lametta da barba di varie marche: Gillette, Bolzano, e tante altre marche sconosciute; egli si creò anche una marca propria: la lametta PIMAR fatta fare apposta da una ditta di Milano, e poi naturalmente i rasoi, i pennelli, il sapone da barba, il fermasangue.
Nel mercato di Bologna, la Piazzola, c’era un temibile concorrente di Marino Piazza: Oreste Biavati, i due si contendevano il dominio della piazza e Biavati argutamente diceva: “Se le lamette le comprate da me i maccheroni li mangio io, se le comprate da Piazza Marino i maccheroni li mangia lui”.