Anastasia è una formazione di Skopje, Macedonia, che compone musica etnica fortemente contaminata, in bilico tra folk tradizionale ed elettronica. La vetrina più importante per la loro opera è stata la colonna sonora del film di Milcho Manchewski "Prima della pioggia" ( Before the rain ). Una pellicola tra le più suggestive e drammatiche degli anni Novanta, che raccontava di come le guerra che dilaniava la ex-Jugoslavia stesse contaminando anche la Macedonia, con le sue contraddizioni storiche e i suoi conflitti etnici. La musica di Anastasia, intensa e toccante, ne era un ingrediente fondamentale. E il disco omonimo è stato venduto nel mondo in diverse migliaia di copie.
Le sonorità del gruppo macedone, attivo da una decina d'anni, prendono le mosse dall'era bizantina, tramandata attraverso la musica sacra ortodossa slava e arricchita da ritmi contagiosi. Strumenti tipici come il kaval (flauto), la gajda (zampogna) e il tapan (tamburo) si combinano con l'uso di moderne tecnologie: computer, sampler, sintetizzatori. "E' un sound magico, che nasce da qualcosa di primordiale, di mitico. Una musica che unisce Oriente ed Europa attraverso ritmi poliedrici e melodie suggestive", scrive il critico Dusko Dimitrovski. Non si può dargli torto. La musica firmata Anastasia, infatti, riesce a combinare il paganesimo rurale e arcaico con la raffinata vocalità bizantina, le tradizioni folk balcaniche con il battito tecnologico della civiltà moderna. Una fusione di note sospese nei fumi del tempo, evocative di misteri e leggende eterne.
Gli Anastasia, ovvero Goran Trajkoski (voce, zampogna, flauto), Zlatko Oridjanski (chitarra, mandolino, flauto e cori) e Zoran Spasovski (batteria, percussioni, tastiere e cori), hanno realizzato diverse colonne sonore per il cinema, il teatro e la tv.
Oltre a Before the rain , il loro più noto successo è il disco con le musiche per lo spettacolo teatrale "Bachanallia", realizzato nel 1996. E in patria condividono con la Kocani Orkestar il ruolo di band più acclamata.
In un'intervista a "European", Goran Trajikoski e compagni hanno spiegato così l'obiettivo della loro opera: "Vogliamo esprimere un linguaggio musicale autentico, basato sulle influenze culturali con le quali siamo cresciuti. Non è una specie di museo etnologico, ma una tradizione viva e pulsante. Può sembrare una strana analogia, ma pensate al caso dei Beatles. Ascoltarli e pensare all'Inghilterra è un tutt'uno. Quando ascoltate la musica di Anastasia, vogliamo che ascoltiate il suono della Macedonia".
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