Conduttrice cieca di un albergo e punto di sosta in località Acqua Nera, nei pressi del comune corso di Cervioni, compose la famosa “A canzona di u trenu” (nota anche come “U trenu di Bastia”) quando, intorno al 1880, il governo francese fece iniziare il completamento della tratta ferroviaria sul versante orientale dell’isola, quella che unì Bastia prima a Ghisonaccia e quindi a Porto Vecchio, giù verso Bonifacio. Il treno passava a poca distanza dall’albergo e gli affari della signora Maria Felice Marchetti in poco tempo rovinarono, sicchè lei al treno e a chi l’aveva voluto indirizzò la sua maledizione in forma di canto. Un canto che fu poi appreso e, nella tradizione orale, modificato dai migranti stagionali che dall’Appennino toscano andavano in Corsica per lavorare come carbonai. Ecco perchè il canto si trova anche nella tradizione dei canti popolari della provincia di Pistoia.
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