Riki nasce a Milano il 27 maggio 1940; all'alba degli anni Sessanta comincia a frequentare l'ambiente musicale milanese, inizia la sua attività artistica frequentando il locale Santa Tecla, tempio milanese della musica jazz, dove ha l'opportunità di conoscere altri personaggi che si affermeranno come protagonisti della canzone italiana quali Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, formando alcune precarie formazioni e facendosi notare da qualche discografico.
Nel 1964 esordisce su vinile: La tua vera personalità e Giovedì non mancare, non sono proprio due canzoni di notevole spessore, ma gli danno modo di farsi conoscere.
L'anno successivo comincia ad arrivare dall'Oltremanica il Beat. Riki rimane folgorato da Beatles, Rolling Stones e Animals. Di questi ultimi, infatti, riprende The House Of The Rising Sun che da noi diventa Non dite a mia madre, dal testo crudo e subito censurato, cambiato poi nel popolare La casa del sole, che nel frattempo venne incisa anche dai MarceIlos Ferial, i quali presentandola al Cantagiro '65 oscurarono, purtroppo, la versione di Riki. Sul retro compare una versione italiana di P.S. I Love You, dei Baronetti di Liverpool, in cui Riki risulta accompagnato dai Mods. Il gruppo non è altro che il nucleo da cui nasceranno i Camaleonti. Contemporaneamente incide l'ultimo singolo per la Columbia (Quella che cerchi e Mai finirà). Dotato di una forte personalità Riki assieme a Livio Macchia fonda il gruppo musicale I Camaleonti con i quali diffonde in Italia le versioni in italiano di brani del nascente movimento musicale inglese denominato beat, che egli stesso scopre e conosce attraverso frequenti viaggi in Inghilterra, spinto da una curiosità e un interesse per il nuovo che lo hanno sempre contraddistinto.
Nel 1966, (anno cruciale per il beat italiano, e non solo) i Camaleonti, nel giro di una settimana, sfornano ben due prodotti validi. Il primo ad uscire è uno tra i migliori esordi a 33 giri insieme a Ragazzi del Sole, New Dada e Corvi, dal titolo The best records in the world by, I Camaleonti. Brani come Se ritornerai, Non sperarlo più e Io lavoro, mettono in luce sia la grinta e la determinazione del gruppo, sia la rabbia con la quale Riki Maiocchi li interpreta. La dimensione "live" (i pezzi sono registrati dal vivo in studio) non fa che sottolineare le .capacità dei cinque. Successivamente, viene pubblicato il primo dei due dischi Tris, con tre pezzi estratti dall'LP sopra citato; i tre episodi sono Io Lavoro, Come mai e i Capelloni. Con l'estate arriva anche il Cantagiro, al quale i Camaleonti prendono parte con Chiedi chiedi che, insieme a Dimmi ciao e I ragazzi del Grab, compongono l'ultimo disco con Riki.
La sua scelta artistica sempre in fermento, lo spinge ad intraprendere la carriera solista nell’autunno del 1966. Riki , confermando la sua fama di innovatore, allestisce un gruppo di musicisti (The Trip) composto inizialmente da giovani inglesi , da lui scoperti, fra cui spicca il chitarrista Ritchie Blackmore , il quale al termine dell’esperienza italiana tornerà a Londra per formare i Deep Purple , uno dei più grandi gruppi della storia del rock mondiale. La sua costante ricerca del nuovo lo porta sulle tracce di un allora sconosciuto Lucio Battisti al quale chiede, grazie anche alla conoscenza e collaborazione di Mogol, un brano fortemente innovativo. Nasce così la canzone “Uno in più” destinata a diventare un simbolo sonoro per una generazione di giovani italiani , inno di un' epoca felice e carica di belle speranze . “Uno in più” rimane il suo maggiore successo sia per le vendite realizzate che per la popolarità conseguita.
Nel 1967 Riki tenta la carta Sanremo, partecipandovi con l'allora compagna di Mick Jagger. Marianne Faithfull. La mossa sembra solamente pubblicitaria ma, in realtà, la canzone proposta dai due (C'è chi spera), è una delle più interessanti in gara. Sul retro di quel singolo troviamo Sono il tuo poeta.
Sempre nel 1967 il successo continua ad arridere a Riki, che partecipa anche al Festivalbar con Prendi fra le mani la testa, ancora di Mogol-Battisti, insieme ad una bella cover, Beggin' dei Four Seasons dal titolo Prega e che incontrerà un successo immediato. Richiestissimo nei locali alla moda di allora, primi fra tutti i Piper di Roma e Milano . Nel maggio 1968 conosce e diventa amico del leggendario chitarrista Jimi Hendrix, in Italia per la sua unica tourneè, nel soggiorno milanese. Riki parlava benissimo l'inglese, aveva una mentalità Europea, era simpaticissimo ed entrò subito in sintonia con lui.
Tempo dopo andò a Londra a trovarlo e ricevette la stessa simpatica ospitalità.
Con la realizzazione di Ma l'amore no (di Giovanni D'Anzi'.), forse sulla scia "revival" di Portami tante rose dei Bisonti e dei "suoi" Camaleonti, incide sul lato B Un'altra vita , brano cantato da Paul Jones (Free me) nel film "Privilege" . La canzone è la descrizione della sua avventura nel sistema discografico, Riki decide di non scendere più a compromessi, vuole decidere direttamente cosa interpretare, senza la ricerca del successo ad ogni costo. Qualcuno lo taccia di presunzione e dopo tre o quattro singoli realizzati in un anno, nel 1968 vedrà la luce solo un 45 giri. Quest'ultimo Il re della solitudine e E volerai è composto da due cover. La prima è ancora un brano di Paul Jones, Sons and lovers.
Cominciano a mancare gli ingaggi e Maiocchi viene indicato sempre di più come un personaggio difficile da gestire. Solo la Carosello gli consentirà di realizzare un singolo che passa inosservato, ingiustamente, dato lo spessore delle composizioni. Io sono qui e Tu vedi mai cerchi bianchi e neri? Testimoniano come si sia evoluto e ampliato anche il gusto musicale di Riki, dagli Animals ai Traffic, dal beat a qualcosa di diverso, che non era rock e non era blues. Dal 1969 al 1972 non si hanno più notizie del cantante milanese, se non fosse per un singolo inciso per la CGD. I due pezzi, di cui il migliore è Aiutami di Bardotti-Shapiro (l'altro è Mary Jane), non ridestano attenzione per il personaggio Riki Maiocchi.
Nel 1976 la Columbia gli da ancora la possibilità di incidere l'ultimo meraviglioso 45 giri: Rock'n'Roll e parla dell'odio, ma anche dell'amore di Riki nei confronti della musica. Inizialmente il testo originale nacque da una collaborazione con Gian Pieretti, ma quello che ne venne fuori fu un testo decisamente "contro" che venne così rielaborato fino alla sua versione definitiva.
Resta da apprezzare, oltre alla voce, la coerenza alle sue idee, anche a costo di cadere nel dimenticatoio di un mercato che non perdona chi non si piega alle sue regole.
La sua maturità musicale ed intellettuale lo ha portato sicuramente al di là del tempo in cui stava vivendo, essere troppo avanti con i gusti musicali rispetto al momento.
Consapevole di aver detto quello che aveva da dire e assolutamente contrario ad una routine nostalgica, Maiocchi lascia l’ambiente musicale. Ripetute insistenze lo portano, verso la fine degli anni ottanta, a compiere alcune apparizioni televisive che contribuiscono ad accrescerne la stima ed il rispetto per sua coerenza artistica e per le scelte coraggiose compiute.
L’ultima testimonianza della sua arte risale al 1998, quando su sollecitazione di numerosi suoi estimatori, incide il meglio della sua produzione con le moderne tecniche di registrazione e con i pregiati arrangiamenti di Alberto Radius, uno dei maggiori chitarristi italiani. La presentazione del cd avviene, nello stesso anno, durante una serata in suo onore organizzata nel locale milanese Blues house alla presenza di un numeroso pubblico composto da esponenti di una generazione per i quali Riki Maiocchi ha rappresentato e continuerà a rappresentare un personaggio di culto.
www.rikimaiocchi.it (Sito ufficiale)