Gruppo elettro etno che nasce a Potenza, nell’estate del 2009. Il nome di questa formazione deriva dall’importante Orisha (semidivinità appartenente al culto Yoruba, mitologia sviluppatasi in Africa, e trasmigrata poi con la deportazione degli schiavi, a Cuba) invocato per curare le infezioni della pelle e per guarire, e scongiurare, tutte le malattie contagiose. Nell’ambito della Santeria cubana, Babalù Ayè viene identificato con San Lazzaro. Il progetto ha duplice scopo: fondere le esperienze di ciascuno dei sei componenti e creare un sound ricco di influenze musicali, provenienti da diverse culture, partendo da quelle suggestive del Sud Italia per arrivare sino a quelle dell’Africa, India e Jamaica. I testi, scritti interamente in lingua “napotentina” (fusione dei dialetti campano e lucano), trattano tematiche sociali e antirazziali, promuovendo, e perseguendo quale finalità prioritaria, il processo d’integrazione tra il mondo occidentale e orientale. I componenti dei Babalù provengono dalle più eterogenee esperienze artistiche ma sono, tuttavia, legati da un unico fattore comune: l’amore viscerale per le proprie radici del Sud.
A settembre uscirà il loro primo album, intitolato Battito Stabile, contenente 11 tracce tra cui "Mio fratello è Pakistano", brano con cui i Babalù, entrati a far parte della rosa dei quattro super finalisti, hanno vinto Musicultura 2011 - XXII Edizione, ottenendo l'importante targa "Premio per il Miglior Testo".
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