LION D (David Andrew Ferri) vive a Pesaro ma nasce a Londra, nel 1982, da madre italiana e padre nigeriano e l'anno seguente ritorna con sua madre in Italia, dove vive attualmente. Dopo essersi appassionato al reggae nel periodo delle scuole superiori inizia a scrivere canzoni utilizzando la lingua giamaicana, il patwa. Nel corso degli anni la passione diventa qualcosa di più e si esibisce in numerose dancehall in giro per l'Italia con vari sound system (Burnin' Melody, Kaya Sound, Wadada Sound, Clean Heart, I-Tal Sound, Pow Pow e David Rodigan) e aprendo I concerti di artisti Nazionali e Internazionali come Sud Sound System, e Jah Mason. Nelle sue corde c'è sia il cantato melodico che la metrica rappata, ma che sia l'uno o l'altro stile quello che non mancano mai sono le liriche "conscious" Nel 2007 pubblica un cd su basi giamaicane prodotto da Kaya Sound dal titolo KEEP THE FYAH BURNIN' ed esce su vinile 7" il suo primo singolo KEEP THE FYAH BURNIN', sul ritmo Israelites Part II, prodotto da Bizzarri Records. Nel luglio 2008 il singolo entra a far parte della compilation KEEP THE FYAH BURNIN' – BIZZARRI RIDDIM VOL. 1', prodotto dall'omonima etichetta. Nel 2008 si esibisce in concerti e dancehall in locali di tutta Italia e in Europa (Austria, Olanda e Ungheria), con la sua LIVITY BAND partecipa al Rototom Sunsplash e al Festival Gusto Dopa al Sole in Salento aprendo la serata a Burro Banton e Junior reid. Nello stesso anno escono tre singoli su vinile 7": 'REAL WARRIOR' e 'U KNOW THAT I LOVE U' prodotti da Bizzarri Records e 'INNA BABYLON' con l'etichetta Goldcup Records. Un suo altro brano dal titolo 'MUSIC' entra a far parte della compilation 'TREBLE STUDIO 2009' prodotta prodotta appunto da Treble, fondatore ed ex componente del Sud Sound System Settembre 2009 è la data di uscita del primo album di Lion D dal titolo 'THE BURNIN' MELODY' prodotto da Bizzarri Records. Il primo singolo tratto dall'album è 'U KNOW THAT I LOVE U', di cui è stato girato il videoclip a Los Angeles con la produzione diAngel Film di Marco Salom e la fotografia di Christopher Pearson.


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