[Dalla copertina del vinile "Marta Contreras canta Nicolás Guillén", 1977]
“Attrice, cantante, regista, animatrice teatrale, autrice musicale. Queste le molte attività di Marta Contreras, fin dal 1954, anno che segnò il suo esordio sulla scena, laureandosi in recitazione presso l’Università di Valparaíso. Per Marta il teatro è un momento sociale, per questo deve essere alla portata di tutti, sia per quanto riguarda gli spazi in cui si deve “fare” teatro, sia anche nella scelta dei testi. E’ lei che organizzerà cinque dei sette Festival del Teatro che si svolgeranno a Valparaiso, ma sarà sempre la Contreras a farsi animatrice di giovani compagnie teatrali presso sindacati, alcuni licei e nella stessa Università. Autori come García Lorca, Harold Pinter, Ionesco, vengono da lei fatti conoscere. Opere come “Ritorno a casa” di Pinter, “Cantatrice Calva” di Ionesco le interpreta in modo rigoroso e accessibile ad un pubblico di diversa estrazione sociale.
E’ nel 1964 che Marta Contreras compone le sue prime canzoni, ed è nello stesso anno l’incontro che segnerà la sua vita artistica, quello con il poeta cubano Nicolás Guillén. Mette in musica due sue poesie che rimangono fondamentali nel suo repertorio: “Canzone per svegliare un bambino negro” e “Canzone Portoricana” Letteratura e ritmi popolari si fondono in creazioni che hanno in sé la felicità, la lotta, l’umanità, la rivoluzione.
Oltre a Guillén, Marta Contreras ha musicato brani di Neruda, Gabriela Mistral, Vallejos, Hernández, Machado, León Felipe e Lorca. Le sue molteplici attività la portarono a rappresentare la città di Valparaíso nel 1971 al Festival Teatrale di buenos Aires. L’anno prima aveva avuto un importante ruolo nel film “Non basta più pregare”1, ed insieme a Osvaldo Rodrígueze Pajo Grondona partecipa sempre nel 1970 al recital “Canto a Valparaíso”. Nel 1972, infine, porta il suo ampio lavoro sulla poetessa Gabriela Mistral alla rassegna “Arte para todos” che organizza l’Università di Scienze e Arti Musicali di Valparaíso.
Negli anni di Unidad Popular, Marta Contreras è nelle piazze, scuole e fabbriche, impegnata in una campagna di divulgazione delle sue ricerche, ma anche a portare con la sua musica un effettivo sostegno al governo Allende alla vigilia di importanti consultazioni elettorali.
Questo modo di cantare, di mettere insieme poesia e musica, due espressioni culturali a volte considerate incompatibili, avevano il fine di cambiare un certo modo di ascoltare, distorto da anni di dominazione musicale commerciale ed estera. Aveva anche il fine di stimolare il pubblico a fare proprio il messaggio contenuto nelle sue canzoni, ad approfondire quella problematica di contenuti. Ma l’avvento del fascismo di Pinochet fa tacere il canto di Marta Contreras nella sua terra.
Ora [nel 1977, n.d.r.] in esilio continua a lavorare per il suo paese, per la sua gente, perché la sua musica continui ad essere quella di un tempo, accanto a coloro che lottano in tutto il mondo per cambiare uno stato di ingiustiza permanente, e continui a rimanere accanto a quelli che lottano per la libertà.”
NOTE:
1 - "Ya no basta con rezar" 1972, regia di Aldo Francia: storia di un sacerdote che, esercitando il suo ministero nel 1960 a fianco dei più poveri, arriverà all'attivismo politico e alla scelta rivoluzionaria.